Professore emerito di Storia della musica all’Università di Torino, musicologo e critico musicale fra i maggiori in Italia, Giorgio Pestelli vanta una ricca e importante produzione editoriale, volta soprattutto ad affrontare alcuni nomi di rilievo della storia della musica, quali Mozart, Beethoven e Brahms. La sua ultima fatica si intitola L’anello di Wagner, sottotitolo “Musica e racconto nella tetralogia dei nibelunghi” (editore Donzelli).
Divisa in quattro sezioni e composta in più di trent’anni, l’opera contiene tutte le principali idee musicali, drammatiche e filosofiche del compositore. L’autore, quindi, facendone un’analisi letteraria e musicale racconta la vicenda, soffermandosi sui contenuti e la metrica dei testi, scritti dallo stesso Wagner, sull’individualità e la caratterizzazione dei diversi personaggi e sulla continuità discorsiva della partitura musicale.
“Altri hanno approfondito quella che era la figura di Wagner” – racconta l’autore – “Nietzsche con “Il caso Wagner” e Thomas Mann sono due esempi fra i più importanti, come sconfinata è la saggistica che approfondisce le radici mitologiche della storia e i suoi innumerevoli riflessi culturali, letterari e biografici. Io mi sono limitato a ripercorrere la vicenda, a fare un racconto musicale che rendesse comprensibile al lettore come la musica di Wagner riesce a dare significato e vita alla vicenda e ai personaggi.”
Pestelli affronta l’Anello del Nibelungo in maniera sistematica, dedicando ad ognuna delle quattro opere che lo compongono un’introduzione e un’analisi atto per atto e scena per scena. Nelle introduzioni vengono fornite le coordinate cronologiche e biografiche, relative alla composizione di ciascuna opera, quindi un’iniziale spiegazione delle differenze strutturali e musicali che intercorrono tra le prime due (L’oro del Reno e La Walkiria), figlie di un giovane Wagner che ricerca con entusiasmo le origini del popolo germanico nella grandiosità leggendaria del mito, le quali presentano ancora residui di forme chiuse e frammenti di recitativi, e le altre due (Sigfrido e Il crepuscolo degli dei) che, scritte molti anni dopo, osservano la storia del potere e del mondo, evidenziandone l’inevitabile decadenza. Con queste ultime, che risentono delle novità e dei cambiamenti sviluppati nelle composizioni come il Tannhauser, I cantori di Norimberga e Tristano e Isotta, si approda allo stile wagneriano tipico, la forma continua.
Spiegando e raccontando L’anello del Nibelungo, con la precisione e la chiarezza che derivano da una grande conoscenza e padronanza dell’argomento, Pestelli scrive questo libro per tutti, rendendo accessibili la musica e le idee di Wagner a tutti coloro che, musicisti e non, ne siano affascinati o anche solo incuriositi.