La casa delle ombre e delle luci, Beatrice Minella mercoledì alla Feltrinelli di Genova

Strani percorsi fanno gli oggetti, come i sentimenti tra le persone. E’ il caso di un anello di piccole gemme viola, che riesce a riavvolgere il filo di una saga familiare intrisa di amore, drammi, lati oscuri.  Segreti nascosti per decenni, passioni irriducibili e fiammate, nostalgie e rimorsi: ci sono tutti  i sentimenti umani in “La casa delle ombre e delle luci”, Edizioni All Around.

L’autrice, la genovese Beatrice Minella, a sorpresa vista la maturità della scrittura, è giovanissima e con un ottimo bagaglio di studi e professionali alle spalle. Presenterà il suo romance di mistero (potremmo definirlo così visto che riesce a interessare un pubblico trasversale) mercoledì 15 settembre alle 18 presso il salotto letterario de la Feltrinelli di via Ceccardi a Genova. Introduce l’evento la giornalista Donatella Alfonso e il responsabile eventi della libreria Massimo Villa.

IL LIBRO

Due prologhi e tanti capitoli che scorrono come un fiume tra Montefalco e Como, nella storia di crescita di una ragazza di 28 anni, Elisabetta De Gregori. In lei non la classica eroina da romanzo, ma una giovane donna con tutti i tormenti, le luci e le ombre appunto, di una generazione che non ottiene nulla con facilità, a dispetto dell’immaginario collettivo. Lavori precari, aspirazioni tante, difficoltà a relazionarsi, paura di soffrire, amori tormentati, ma anche una trascinante voglia di riscattarsi e di buttarsi a capofitto nella vita. Tanti i personaggi che via via irrompono tra le righe, all’apparenza totalmente diversi e slegati tra loro.

L’AUTRICE

E’ anche l’occasione di soffermarsi sulla scrittura, sul mondo dell’editoria, su figure professionali come l’editor, su un mondo che Beatrice Minella conosce bene. “Per me la scrittura è un percorso di crescita -spiega l’autrice de La casa delle ombre e delle luci– Crescita che ho maturato con gli anni, l’esperienza e la lettura. È infatti da quest’ultima che traggo spunto per le mie storie, leggo per darmi il tempo di maturare le idee e prendere ispirazione, ma anche per migliorare il mio stile e acquisirne uno con cui possa distinguermi. Anche lo studio è stato importante per poter affrontare tematiche specifiche come l’arte. Questa mi ha aiutata a cogliere il sentimento dalle situazioni reali, di tutti i giorni, perché quando guardo un’opera cerco di cogliere il sentimento che l’artista ha provato e farlo mio, e allo stesso modo spero che i lettori possano provarlo leggendo i miei libri. Infatti l’arte ha importanza nella mia vita e cerco sempre di inserirla nelle storie che scrivo.  Scrivo per scavare dentro me stessa, per dare delle risposte alle mie domande. Quelle domande che ho cercato anche di pormi nel libro  La casa delle ombre e delle luci”.

Come spesso succede in un libro, qualche riferimento o lontana connessione con la propria vita inesorabilmente riaffiora nell’arte catartica della scrittura. “In questa storia mi sono immedesimata in Elisabetta De Gregori -aggiunge- la giovane protagonista chiamata a scrivere sotto dettatura il racconto di una donna che ha perso la vista. Anche Elisabetta, come me cerca di darsi delle risposte. Il rapporto tra le due donne è frutto di fantasia ma è anche molto concreto. Perché a volte chiamare in aiuto qualcuno per scrivere un testo non è legato al fatto di non avere idee, ma è uno stimolo per trovare il coraggio di trasmetterle ad altri”.