New York, 8 dicembre 1980. Jo Nolan, leader dei Tricks, uno dei più importanti gruppi musicali del pianeta, viene ucciso davanti alla sua abitazione. Con lui c’è l’inseparabile moglie Yumi Kimura. A sparare è Robert Pursuit, un fan forse deluso dal mancato ricongiungimento della band. Interrogato dall’ispettore Seth Carlsen, il giovane assassino rivela però una mente malata e tormentata, facile da manipolare. E se le cose fossero andate per il verso sbagliato? Se Pursuit fosse stato spinto da qualcuno? Se l’obiettivo non fosse stato Nolan ma la Kimura? Chi si cela allora dietro l’omicidio di uno dei cantanti più influenti della storia?
E’ questa la trama del romanzo giallo La penultima mossa scritto da Carla Viazzi per Morellini editore, in libreria dal prossimo 3 dicembre.
Una storia liberamente ispirata alla morte di John Lennon, di cui ricorre appunto nei prossimi giorni il quarantesimo anniversario.
A Carla Viazzi, collaboratrice di questo giornale, abbiamo chiesto di parlaci in anteprima della sua nuova fatica letteraria che segna il suo debutto nel settore del romanzo dopo una felice esperienza letteraria di qualche anno fa con Amore non c’è campo, un divertente libro sugli amori ai tempi dei social, a metà strada fra il romanzo e la sceneggiatura.
-Da cosa è nata l’idea di questo libro?
“Premetto che ho sempre ascoltato i Beatles, ma non è che amassi in maniera particolare John Lennon. Anni fa, però, vidi un film su Lennon giovane che me lo mostrò sotto una luce diversa. E poco tempo dopo mi capitò un documentario su lui e Yoko Ono e cominciai a fantasticare sulla coppia e sulla fine di Lennon, ponendomi la domanda: ma se la vittima predestinata fosse stata in realtà la donna e lui fosse morto per un tragico errore? Di qui pian piano si è snodata l’idea della trama e il libro parte proprio dall’assassinio di un celebre cantante, componente di una band di grande popolarità. Naturalmente uso nomi diversi, il punto di partenza è un tragico fatto di cronaca che sconvolse l’opinione pubblica, ma la storia è poi del tutto inventata”.
-Come si sviluppa la trama?
“Ho immaginato due fili narrativi paralleli che si alternano: capitoli cioè nei quali si raccontano le indagini condotte dal commissario il quale sospetta che l’obbiettivo dell’assassino era la donna e non l’uomo e capitoli che portano indietro il lettore a vent’anni prima soffermandosi su alcuni avvenimenti che poi l’ispettore scopre durante le indagini stesse e che contribuiscono all’epilogo finale”.
-Il titolo, la penultima mossa, rimanda al gioco degli scacchi. Perché?
“L’ispettore è un appassionato giocatore di scacchi e ho scoperto che lo erano pure John Lennon e Yoko Ono. Tutti i capitoli hanno dunque un titolo che rimanda al gioco, alle mosse o ai pezzi sulla scacchiera. Yoko Ono diventa dunque la regina nera e il commissario cerca una regina bianca”
-Netflix sta proponendo una serie di successo, La regina di scacchi…
“Una fortunata coincidenza perché gli scacchi sono in questo momento di particolare attualità…
-Scacchi e Beatles: una curiosa combinazione da parte di un’autrice che quando il celebre quartetto di Liverpool si sciolse non era neppure nata…
“Gli scacchi sono una passione di mio marito che me l’ha trasmessa, introducendomi in un mondo fatto di tattica, di strategia molto affascinante. E se è vero che quando i Beatles furoreggiavano, io non c’ero, è anche vero che quel gruppo fa parte della nostra storia e della nostra cultura e le loro canzoni le ho sempre ascoltate”.