Questa simpatica vignetta, oltre che un sorriso, ispira qualche riflessione. Però la riflessione arriva solo se la facezia delle impertinenti pavoncelle non è immediata, ossia è mediata da una più attenta interpretazione. La quale può apparire un tantino pedantesca, ma alla fine risulta ancora più intrigante della vignetta stessa. Procediamo con calma.
Innanzitutto definiamo bene di che cosa stiamo parlando.- O meglio, di che cosa stanno parlando le due pavoncelle. Che cosa si intende , cioè, per pisello e per “boiate”, ove è chiaro il riferimento metaforico alla coda del povero pavone. Pisello è altrettanto chiaramente una metafora che va oltre l’ortaggio bacellato. Diamo quindi per scontato che cosa si intenda per pisello, sulle cui caratteristiche si possono esprimere poche fantasie e talmente banali che mi astengo dal citarle. Mi vien da pensare, anzi, che le pavoncelle siano un tantino sempliciotte e si accontentino di poco. Le suddette puntualizzazioni sono ovvie, ma è bene esprimerle , in quanto tutta la vignetta si allaccia ad un infinito gioco di metafore.
Un po’ più articolato il discorso sulla coda. Che cosa è la coda? Limitiamoci alla coda degli uccelli, se no il discorso si farebbe troppo complicato. Si intende per coda il piumaggio posteriore che, in genere, ha la funzione di timone durante il volo. Ora, i pavoni non volano, sono uccelli da cortile, quindi la coda ha perduto la funzione primaria e, per un fenomeno detto “esaptazione”, ne ha assunto un’altra , quella di esca sessuale. In breve, mentre il pavone maschiotto ha una disponibilità pressoché illimitata di spermatozoi, le pavoncelle impertinenti non hanno uova da buttare via, per cui vogliono essere sicure di investire il proprio prezioso materiale genetico con un partner di buona qualità. E allora il povero pavone cerca di apparire al meglio e cosa fa? La butta sul teatro, sul palcoscenico. Ci prova con i colori, l’estensione, l’appariscenza, lo spettacolo, al punto di sacrificare persino un po’ della propria sicurezza, perché è più difficile sfuggire alla volpe se ci si deve tirar dietro tutta quella zavorra. Ma questo le pavoncelle non lo sanno e lui se la gioca. Si, perché è la femmina a scegliere, ad onta di tutte le arie che si danno i maschi. Anzi, sono proprio le arie che legiferano il mercato. Questo avviene in quasi tutte le specie animali dove il maschio è in genere più grande e bello della femmina proprio per essere meglio notato e scelto. Sotto certi aspetti succede qualcosa di simile anche nel regno vegetale dove i fiori sono belli e vistosi per attirare gli insetti impollinatori. A questo punto è doverosa una piccola digressione sul bello, molto semplice e terra terra, perché sul concetto di bello hanno disquisito i più grandi filosofi con centinaia di pagine tutte sagge e molto approfondite. Io qui voglio solo dire che, in genere, in natura, il bello è luce, in tutti i suoi aspetti fenomenologici, ossia colori (per lo meno nelle specie che vivono esposte alla luce). Quindi i fiori (e le code dei pavoni) sono colorati e pertanto belli. Poi ci sono anche i suoni e gli odori, ma qui adesso parliamo delle code di pavone e ci interessano i colori. Per aspergere con un pizzico di cultura il nostro prosaico argomentare, posso proporre la frase che Dostoevskij affida al principe Myskin ne “L’Idiota”: La bellezza salverà il mondo. Ne sono state date talmente tante interpretazioni che una in più non disturba nessuno.
Ma, tornando a bomba, è bene notare che, in tutti i casi, il pisello rimane pisello, mentre la coda può essere mutuata dal canto (twitter ne sarebbe una nuova esaptazione…), da qualche danza rituale o da un odore particolare, in genere gradevole, segno di estro ossia di disponibilità sessuale. Infatti i fiori in genere sono, oltre che colorati, anche profumati. Se torniamo alla coda ( e ai suoi omologhi come esche sessuali), essa può dunque assumere mille forme e colori diversi. Mentre il pisello rimane sempre pisello perché non è mai esibito direttamente come esca sessuale, ma è sempre l’ultimo attore, quando ormai la scelta è compiuta e i giochi sono fatti.
Negli esseri umani tali considerazioni rimangono valide, ma si complicano un po’. Innanzitutto negli uomini sia i maschi che le femmine sono naturalmente belli (o brutti) uguale ( secondo me brutti, ma sono opinioni personali). Poi dedicano pari cura alla propria coda, ossia all’aspetto del proprio corpo, Gli uomini e le donne riservano una parte del tempo alla bellezza o, per i meno fortunati, al contenimento della bruttezza (acconciature, trucchi, depilazioni, linea, abbigliamento ecc) seppur in maniera diversa fra femmine e maschi. Perché? In sintesi perché negli esseri umani il sesso non ha un ruolo soltanto riproduttivo, ma anche coesivo. Quindi si cerca un partner non solo per riprodursi, ma principalmente per stare insieme ( in genere purtroppo senza una chiara consapevolezza delle conseguenze). Quindi è indispensabile essere scelti, ma anche scegliere, sia da una parte che dall’altra. Dunque la coda deve essere la più bella possibile per tutti, ma non solo, anche la più appetibile in prospettiva, perché l’uomo è un animale storico, che significa che ha il senso del tempo. Dunque la coda deve fare sperare la miglior prospettiva possibile di vita insieme. Quindi sono coda soltanto gli accessori, i quali non sono solo piume, ma parecchi e molto complessi: la condizione sociale, la casa, la macchina, gli orologi, una certa competenza in qualcosa, la cultura o che so altro; a seconda dei contesti sociali e delle preferenze individuali, sia proprie che del tipo di partner ricercato. Gli esseri umani sono inoltre animali sociali, quindi sono coda anche i comportamenti sociali: la simpatia, il calore umano, la sensibilità, i bei modi, il carattere ecc, ma soprattutto l’intelligenza, o quella che ci illudiamo di vedere e di giudicare come tale, ma che in realtà non sappiamo bene cosa sia. Credo che nessuno scelga un partner che sembri da subito un cretino, salvo poi, se mai , accorgersene in seguito. Perché se non sappiamo che cosa sia l’intelligenza, sappiamo invece benissimo che cosa è la cretineria. La cosa però si complica ulteriormente, perché anche le persone più intelligenti fanno delle cretinate. Ma qui il discorso si allarga troppo e ci fa uscire dai binari.
In ogni caso il pisello non è mai esibito per primo e non è mai il protagonista di una scelta. Ritorniamo pertanto alla vignetta e diamo tempo alle pavoncelle di correggere la primitiva sempliciotteria leggendo le nostre acute riflessioni.
Va bene – dissero le pavoncelle – reinfodera pure il tuo insulso pisello e facci vedere la coda!
E, aggiungo io, se la coda è sufficientemente bella, il pisello puoi anche non avercelo….più!