Mozart, l’Italiano

“Qui a Milano ho imparato un nuovo gioco: si chiama Mercante in fiera e così appena torno a casa ci giocheremo”. Scriveva così alla sorella Nannerl il 5 dicembre 1772 Wolfgang Amadeus Mozart alla vigilia del suo ritorno in patria dopo il terzo viaggio compiuto in Italia. Il primo era iniziato nel dicembre 1769. E in quel triennio Amadeus aveva visitato più volte Milano (legata alla corte di Vienna), ma anche Bologna, Roma, Napoli con obbligata visita ai Conservatori e agli scavi di Pompei. Erano stati viaggi di studio e di conoscenza. Il geniale enfant prodige era una straordinaria “carta assorbente”, dagli incontri con altri artisti, dall’ascolto di concerti nei Palazzi e di opere nei teatri trasse molteplici stimoli per la sua creatività. Uno degli aneddoti più famosi riguarda un soggiorno a Roma: nella Cappella Sistina ascoltò il Miserere di Gregorio Allegri, opera sacra di cui non era diffusa la partitura e, tornato nella sua camera d’albergo, lo trascrisse interamente a memoria.

Nello stile maturo di Amadeus la componente italiana è stata certamente importante e non solo nelle opere scritte nella nostra lingua (pensiamo ai tre capolavori composti con Da Ponte). In questa ottica si inserisce il ciclo di concerti varato dal Carlo Felice e intitolato “Mozart l’Italiano”. Primo appuntamento, giovedì sera (ore 20) con Federico Maria Sardelli, direttore d’orchestra, compositore e musicologo, sul podio e il mezzosoprano Vivica Genaux come interprete solista.

La cantante Vivica Genaux interpreterà pagine di Vivaldi

 

Il progetto, nella sua globalità, prevede l’esecuzione integrale delle sinfonie mozartiane, messe di volta in volta in relazione con opere di compositori italiani, barocchi, preclassici o contemporanei ad Amadeus, nella lettura di direttori d’orchestra specializzati in tali repertori e con organici di dimensioni originarie. Un percorso dedicato alla scoperta degli aspetti di “italianità” insiti nell’opera mozartiana, collegata  nel primo appuntamento a uno degli autori fondamentali del tardo barocco, Antonio Vivaldi.

Il direttore Sardelli sarà sul podio per il concerto dedicato a Mozart

 

“A Genova – ha spiegato Sardelli – oltre a pagine che sono quasi delle rarità vivaldiane, esploro il vasto universo delle Sinfonie mozartiane, e presento una prima esecuzione assoluta del mio brano Ouverture per un’opera mai scritta, composto in stile settecentesco, uno stile che sento tutt’oggi vivo. Nell’attuale Babilonia linguistica in cui siamo immersi, scegliere un linguaggio del passato, come quello classico, piuttosto che quello “lullyano”, tra i miei prediletti, mi consente d’esprimere il mio pensiero musicale e di raccontare qualcosa di nuovo con la stessa libertà che mi concedo quando scrivo in stile minimalista”.

Il primo appuntamento del ciclo, dunque, è dedicato alla Sinfonia n.1 in mi bemolle maggiore K 16, composta da Mozart a soli 8 anni e alla n.39 in mi bemolle maggiore K.543, appartenente al trittico finale del 1788 con le più celebri K 550 in sol minore e K 551 Jupiter in do maggiore). Tra le due partiture mozartiane si colloca una selezione di sinfonie e di arie d’opera di Antonio Vivaldi, oggi ricordato soprattutto per la sua vasta produzione di concerti solistici (“Vivaldi – è la perfida affermazione di Igor Stravinskij – è quel compositore che ha scritto per seicento volte lo stesso concerto”), ma alla sua epoca celebrato anche e specialmente come abile operista: il pubblico, dunque, potrà ascoltare la sinfonia del pasticcio (ovvero una forma teatrale tipica dell’epoca costruita su musiche preesistenti oppure scritta a più mani) Bajazet, le arie “Come invano il mar irato” da Catone in Utica e “Nel profondo, cieco mondo” da Orlando Furioso, accostate ad un capolavoro del Vivaldi sacro, “Ad te suspiramus” daSalve Regina (RV 616).