Ughi racconta e interpreta le Stagioni vivaldiane

Sala Maestrale e Sala Grecale del Porto Antico riunite e affollatissime, ieri sera, per il concerto tenuto da  Uto Ughi, ospite di Orientamenti.

Il grande violinista, accompagnato dal complesso strumentale “Ughi and Friends”, ha offerto una piacevolissima e originale lettura delle Stagioni di Vivaldi.

I quattro Concerti per violino e archi, appartenenti alla raccolta Il cimento dell’armonia e dell’invenzione, sono, come è noto, un esempio di musica a programma ante litteram. Il termine “musica a programma”, infatti sarà coniato solo nel XIX secolo, ma si adatta a queste popolarissime pagine che intendono descrivere appunto la primavera, l’estate, l’autunno e l’inverno. L’intento raffigurativo è evidente per la presenza, in ogni partitura di un breve sonetto che racconta appunto la stagione e i cui versi ricorrono poi nella partitura a creare un rapporto stretto fra le parole e i suoni, attraverso varie tecniche che richiamano anche ai madrigalismi di epoca rinascimentale.

Uto Ughi mentre racconta le Stagioni vivaldiane (foto Ilaria Murtas)

 

In genere i versi poetici sono ignorati dal pubblico che ascolta i quattro concerti in una normale esecuzione. Ughi, invece, ha voluto, leggere i versi e far sentire la loro descrizione musicale, prima di proporre l’intero concerto.

Una soluzione divertente che il pubblico (giovani e meno giovani, molti poco avvezzi alla liturgia dei concerti classici) ha mostrato di gradire dispensando applausi generosi anche dove sarebbe stato meglio il silenzio per non interrompere il passaggio da un movimento all’altro di una stessa partitura.

Le letture sono state condotte con il consueto mestiere dall’artista, ben assecondato dal gruppo strumentale.

Una bella serata, insomma, conclusa da una Fantasia su temi paganiniani offerti da Ughi come bis, esecuzione che ha messo in luce la sua tecnica, sempre limpida e ammirevole.

Una panoramica sulle due Sale Maestrale e Grecale (foto Ilaria Murtas)