Trio Montrose, bravura e simpatia

Sarà stato l’acquazzone violento, sarà stato un programma non propriamente popolare, ma ieri sera al Carlo Felice per il consueto appuntamento con la Giovine Orchestra Genovese, la platea era davvero poco gremita. Un vero peccato perché il Trio Montrose (Jan Kimura Parker, pianoforte, Martin Beaver, violino, Clive Greensmith, violoncello) si è rivelato un complesso eccellente sia per le qualità individuali, sia come insieme straordinariamente affiatato nella ricerca del suono, delle dinamiche, del fraseggio.

Un bel concerto davvero con un programma, come si è detto, non popolare ma assai interessante.

Prima parte, dunque, dedicata a un Novecento poco battuto. David Baker e Joan Tower (il primo scomparso nel 2016, la seconda, vivente) appartengono alle ultime generazioni di compositori statunitensi. Baker in Roots II del 1992, su commissione del Beaux Arts Trio ha affrontato da un’ottica aggiornata danze appartenenti alla tradizione: il Montrose ha proposto Boogie woogie, pagina molto piacevole che cala il ritmo tipico della danza in un contesto sonoro nuovo. Interessante anche Big sky che la Tower ha creato nel 2000, un discorso di forte tensione nel suo estatico atteggiamento contemplativo. Ineccepibili le due letture da parte del Trio che ha poi chiuso la prima parte della serata con il Trio in la minore op. 24 di Mieczyslaw Weinberg, compositore polacco vissuto prevalentemente in Russia, scomparso nel 1996. Il suo Trio offre momenti di solida concezione a iniziare dal primo movimento (Preludio e Aria) di elegante struttura, per proseguire con la contrappuntistica Toccata. Momento più alto della partitura il terzo tempo, (Poem) di delicato lirismo. Eccellente la lettura del Trio Montrose che ha dedicato la seconda parte della serata a una delle pagine più rilevanti della letteratura romantica per Trio, il n.2 op. 66 di Mendelssohn. Eleganza espositiva, duttilità nella ricerca delle sonorità, perfetto equilibrio fra i tre strumenti: una interpretazione di classe che il poco pubblico ha mostrato di gradire appieno con calorosi e meritati applausi. Bis finali con siparietto: il violoncellista si è accorto di non avere lo spartito sul leggio (un movimento di Haydn) è corso in camerino a cercarlo e gli altri due, in attesa del collega, hanno aggiunto come fuori programma un raffinato Kreisler.