Gèms à la Paganini: tanti applausi per Matteo Fabi

Se, come recita un celebre detto popolare, “il buongiorno si vede dal mattino” il nuovo cartellone di “Gems a la Paganini”, inaugurato ieri sera a Palazzo Tursi, si preannuncia manifestazione da non perdere. “Gems a la Paganini”, come è noto, è la rassegna primaverile che tradizionalmente l’Associazione “Amici di Paganini” dedica a concertisti giovani e talentuosi.

Il neodirettore artistico Vittorio Marchese ha dunque scelto per l’appuntamento d’apertura il ventenne violoncellista Matteo Fabi. Figlio d’arte, Fabi ha evidenziato qualità di prim’ordine. Tecnica eccellente, totale padronanza dell’arco, intonazione ineccepibile: il giovane strumentista ha insomma tutte le doti per poter aspirare a una brillante carriera. Lo ha dimostrato proponendo un programma di notevole difficoltà a partire dalla complessa Suite n. 5 di Bach risolta con limpido fraseggio e ammirevole chiarezza espositiva. Poi, Piatti e Ligeti. Del primo, non a caso definito “il Paganini del violoncello”, Fabi ha eseguito quattro Capricci che come quelli paganiniani si configurano come studi, affrontando ognuno un aspetto tecnico: colpi d’arco, armonici, arpeggi. Un bagaglio virtuosistico che Fabi ha saputo restituire con immediatezza e sensibilità, non limitandosi a una lettura “acrobatica”.

Infine, la splendida e irta Sonata di Ligeti: due tempi di segno opposto nella scrittura, affrontati dall’artista con intelligenza interpretativa.

Applausi  calorosissimi e, come bis, il Preludio dalla Suite n.3 di Bach.

Il cartellone di Gems proseguirà il 24 aprile, ancora a Tursi, con il pianista Giuseppe Maggiolo Novella che si cimenterà con una propria trascrizione dei Capricci Paganiniani in un interessante confronto con l’edizione originale violinistica.

L’ 8 maggio ci si sposterà al Museo Diocesano per ascoltare l’arpista Emanuele Raviol il cui programma spazierà dal barocco al Novecento.

Infine, il 27 maggio, nuovamente a Tursi, chiusura con Oleksandr Pushkarenko, il talentuoso violinista ucraino, che a Paganini ha consacrato la sua carriera professionale. L’artista proporrà dunque pagine paganiniane alternate a sue composizioni e a lavori di Bach, Ysaye e De Beriot.

L’ingresso ai concerti è libero.