“La femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia”. Si diceva così in Sicilia ancora una sessantina d’anni fa, fino al 1981 anno in cui venne superata la legge secondo la quale l’autore di uno stupro poteva estinguere la condanna sposando la vittima della sua violenza. Fu dunque cancellata una legge barbarica e iniqua, ma sempre più oggi siamo colpiti da assurdi femminicidi, compiuti da mariti, fidanzati che non accettano la separazione e che continuano a ritenere la compagna una loro “proprietà”.
Per questo spettacoli come Oliva Denaro che racconta una storia degli anni Sessanta è tragicamente attuale e fortemente emozionale.
Ieri la piece è andata in scena al Teatro Modena con uno straordinario successo di pubblico. Grazie al testo, alla regia e alla interpretazione davvero coinvolgente di Ambra Angiolini.
La regia era di Giorgio Gallione, autore con la stessa Ambra della drammaturgia ispirata al bel romanzo omonimo di Viola Ardone.
Oliva Denaro è la storia di Franca Viola la ragazza siciliana che, appunto negli anni Sessanta, fu la prima a rifiutare il cosiddetto matrimonio riparatore dopo essere stata vittima di violenza. Fu proprio il suo coraggioso “no” a cambiare le assurde regole del gioco.
Oliva, dunque, è nella ricostruzione drammaturgica la ragazza che rivive la propria vita, dalla fanciullezza innocente alla violenza e alla decisione di ribellarsi coinvolgendo la propria famiglia, compreso la sorella che quattro anni prima aveva accettato il matrimonio finendo reclusa nella casa del marito.
Gallione ha costruito uno spettacolo di forte tensione alternando con abilità leggerezza e drammaticità. Lo spazio scenico, ideato da Guido Fiorato, è assai bello nella sua estrema semplicità: piante, agrumi, un orticello suggeriscono l’immagine di una Sicilia contadina, quella della famiglia di Oliva che vive ancorata alla concretezza di regole non discutibili. L’atmosfera anni Sessanta è ricreata dalla colonna sonora curata da Paolo Silvestri, incentrata sulle canzoni di Mina e delle Kessler.
Gallione ha fatto poi un lavoro particolarmente approfondito sulla caratterizzazione psicologica della ragazza: la varietà dei toni il gioco di pause, gli improvvisi silenzi, l’imitazione di più voci offrono una gamma di soluzioni interpretative quanto mai ricca ed efficace.
Ambra Angiolini è stata una bella rivelazione. L’avevamo vista impegnata in pellicole cinematografiche. Il teatro è un’altra cosa. E uno spettacolo del genere è davvero un esame di maturità superato dalla simpatica attrice a pieno voti.
Bellissimo il finale con Ambra che scende dal palcoscenico al momento del processo e scandisce con crescente violenza il “no” al matrimonio riparatore.
Poi allo scoppio degli applausi, Ambra si è sciolta in un pianto liberatorio, ampiamente giustificato. Repliche fino a domenica, giorno in cui ci sarà doppio spettacolo essendo stata aggiunta una recita serale. Da non perdere.