Riparte nel segno della sua vocazione più sincera, quella del teatro pubblico, la stagione del Teatro Nazionale di Genova insieme eredità culturale e speranza per il futuro. Rammenta grandi esperienze condivise e richiama quelle parole celebri del primo atto di Edipo Re: “Confrontarsi con la memoria significa anche continuare assieme l’indagine di Edipo per capire chi siamo. Mai smettere di investigare. Ma sempre nella gioia e nella bellezza”. Due colonne portanti del nuovo cartellone, così come verranno presentate al pubblico alle ore 18 di venerdì 11 settembre.
Un contenitore, in realtà, della stessa città, del senso più alto del teatro, di pubblico, di arte in senso lato, di repertorio che ha fatto la storia, ma anche di scienza, di scuola, di tecnologia, di politica. Quello cioè, che tanto più in tempi difficili e straordinari come quelli attuali, risulta antidoto necessario. “Una città che esiga una grande qualità di vita- sottolinea il sindaco Marco Bucci– non può prescindere da un comparto teatrale che funzioni”.
Anzi, è nella riaffermazione del senso di comunità che risiede proprio la magia del teatro. L’idea è quella di andare incontro al proprio pubblico e a chi potrà unirsi in sala dalla stagione ragazzi in poi: “Acquistare online– spiega lo staff del Nazionale- sarà più semplice e conveniente con promozioni dedicate a chi effettua la registrazione sul sito teatronazionalegenova.it sulla seconda parte di stagione, ma anche in questa ci saranno ingressi agevolati per under 30 e over 65 e nuove forme di abbonamento che tengono conto della ridotta capacità di spesa in questo momento storico”. Una ferrea volontà traspare negli occhi della macchina organizzativa e dei vertici: “Siamo teatranti tenaci- ammette il presidente del teatro Nazionale di Genova Alessandro Giglio– La nostra ambizione è quella di continuare ad alzare i sipari”
Un periodo in cui è ancora più importante ricordare la figura storica di Ivo Chiesa (uomo di teatro, organizzatore, critico, drammaturgo, direttore del Teatro Stabile di Genova dal 1955 al 2000) a cui viene dedicato il Teatro che abitualmente chiamavamo dalla Corte, e il neonato “Premio Internazionale Ivo Chiesa – Una vita per il teatro” che sarà consegnato il 22 dicembre, giorno in cui avrebbe compiuto 100 anni. “Mi ha scritturato come regista a soli 21 anni- ricorda Marco Sciaccaluga – e poi la nostra collaborazione è durata 40 anni. E’ un grande modello civile, culturale, artistico, da riscoprire anche per i nostri giovani”. Le categorie saranno sette per questo premio interdisciplinare che abbraccia musica, danza, prosa e premia i percorsi artistici, non il singolo spettacolo. Tra queste si ricordano i maestri della scena, il futuro della scena foriero di ulteriori sviluppi, la migliore scenografia e costumi, la regia e le figure tecniche, gli studiosi insieme al Museo dell’Attore, il legame con la città di Genova e il mondo della scuola.
“La stagione parte simbolicamente dalla tragedia perché è la grande madre dei teatri in questa stagione che sveliamo fino a dicembre dove abbiamo accantonato ogni vezzo in favore della militanza della bellezza, del significato- spiega Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale- ecco la motivazione per l’apertura tramite Elena di Euripide con Laura Marinoni dal 29 settembre al 12 ottobre al Teatro Ivo Chiesa ( non sulle Chiatte per sobrietà e scelta etica, ndr) cui seguiranno eventi molti variegati con regie e attori di primo piano”.
Nel cartellone “A Woman Left Lonely. Omaggio a Janis Joplin” di Elena Pugliese, “Tintarella di Luna” di Giorgio Gallione da Italo Calvino, “Estate in dicembre” di Carolina Africa Martin Pajares, “I due gemelli” di Natalino Balasso da Carlo Goldoni, “Furore” da John Steinbeck, “Creatura di sabbia” da Tahar Ben Jelloun, “Grounded” di George Brant, “Autunno in aprile” di Carolina Africa Martin Pajares, “Romeo e Giulietta” di Babilonia Teatri da William Shakespeare, “Peachum. Un’opera da tre soldi” di Fausto Paravidino, “Il mercato della carne” di Bruno Fornasari, “Oblivion Rhapsody” di Oblivion affiancati da Giorgio Gallione, “Smashed” di John-Paul Zaccarini, “Pour Hêtre” di Cie Léto; le informazioni e le schede qui.
Particolarmente significativo per i giovani “Il mercato della carne”, come ha evidenziato lo stesso Sciaccaluga: ” Oggi l’impiego non c’è più, come si scopre in questo fittizio centro di collocamento che vedrete in scena dove una generazione non troverà mai un’identità attraverso il lavoro“.
Resta su tutto un’immagine, quella del grande Ivo Chiesa ( nelle grafiche dell’illustratore Francesco Calcagnini) volutamente da giovane, con il ciuffo ribelle che scompiglia l’understatement e lo sguardo in una direzione precisa: quella stessa che aveva infuso al mondo teatrale, certamente non solo genovese.