Teatro Carlo Felice, nella stagione sinfonica la spiritualità di Beethoven e Perosi con la direzione di Donato Renzetti

Dopo il successo del mese scorso, complice in particolare una rigorosa interpretazione della Suite n. 8 “Genova” di Perosi, il famoso direttore d’orchestra Donato Renzetti ha convinto nuovamente gli intenditori sullo stesso palco del Teatro Carlo Felice, con una platea più nutrita, nella serata del 9 ottobre. Ancora una volta in programma l’abbinata Beethoven e Perosi rispettivamente con la Sinfonia n. 8 in Fa maggiore Op. 93, composta nel 1812, e l’ oratorio per mezzosoprano, coro e orchestra Transitus animae, ultimato nel 1907, quando il compositore aveva trentacinque anni. A cantare la parte dell’Anima nel dramma del trapasso  tra implorazioni ora sussurrate ora ricche di pathos, il mezzosoprano Anna Maria Chiuri, voce di primo piano, collaboratrice abituale di direttori come Chailly e Mehta. Ruolo da “coprotagonista” sia per l’Orchestra sia per il Coro del Teatro Carlo Felice, diretto dal Maestro Francesco Aliberti, fondamentali per la riuscita del concerto e capaci di rendere quell’ineffabile atmosfera. Una caratteristica tra tante che ben connota l’opera di Perosi,  di cui già Gino Roncaglia negli anni Cinquanta su “Invito alla Musica” scriveva: “Lo stile di Perosi in questo oratorio ha la consueta chiarezza italiana. La melodia fluisce spontanea e appassionata, l’orchestrazione è di una colorita efficacia: la concezione austera, nobilissima”.

Inizio esuberante, visto lo slancio dell’orchestra e il vigore della direzione, anche perché a differenza del comune la Sinfonia n.8 Op. 93 inizia immediatamente senza introduzione in tempo lento, con un “Allegro vivace con brio” dal primo tema estremamente frizzante e dal secondo non in contrasto, favorendo una sensazione di benessere, se non di esultanza, in netto contrasto con la drammaticità della celebre Nona del 1822-24. Del resto ben dieci anni separano questi due capolavori. Ludico ma intrigante il secondo movimento, l’ “Allegretto scherzando” con la perfetta sincronia dei fiati che richiama il ticchettare degli orologi o meglio del metronomo visto l’omaggio di Beethoven all’inventore Maelzel documentato nel libretto di sala dall’esperto Marco Pescetto.

Trae ispirazione da una melodia contadina, una danza ovviamente rivisitata, lo strutturato  “Tempo di Minuetto”, mentre l’ “Allegro vivace” dispiega le ali in un tutt’uno, anche con i giochi di rimando dei due temi, distanti più per ritmica che per intenzione musicale. Apprezzatissimo il Transitus animae di Perosi, opera di forte impatto emotivo, che a suo tempo destò l’ammirazione di Umberto Giordano e Gabriele D’Annunzio.

“La volontà della fondazione lirico-sinfonica genovese -spiegano gli organizzatori- di valorizzare la figura e l’opera di Perosi è confermata dalla trasferta di domenica 11 ottobre, in cui l’Orchestra del Teatro Carlo Felice, diretta ancora da Donato Renzetti, riproporrà la Suite n. 8 “Genova” (insieme all’Ottava di Beethoven) al Teatro Dellepiane di Tortona, in un concerto (inizio ore 18:30) nell’ambito del Festival Perosi”.

Questa kermesse dedicata al compositore tortonese si svolge in questi mesi e vede la sinergia col Teatro Carlo Felice di Genova a partire dall’inaugurazione del Ponte San Giorgio. Il Perosi Festival proseguirà il 25 ottobre dalle 18:30, al Dellepiane di Tortona con il direttore Rodolfo Marini e l’Insubria  Chamber Orchestra, poi sabato 31 ottobre sempre al Dellepiane con l’Orchestra Giovanile Regionale Paganini diretta dal Maestro Vittorio Marchese che promuove i neolaureati più virtuosi. Gli eventi del 25 e del 31 a Tortona sono a ingresso gratuito con obbligo di prenotazione: modalità, cartellone completo del Festival  e informazioni su www.lorenzoperosi.net L’augurio è che tutti i grandi teatri, non solo il Carlo Felice, inseriscano stabilmente Perosi nella loro programmazione, e che non ci sia “solo” (o principalmente) un grande Festival a ricordarlo.