Attore, regista, scrittore, Pino Petruzzelli da anni con il progetto “Liguria delle Arti” esplora le connessioni fra arte, musica e letteratura, in una visione globalizzante del “bello”.
Creare uno spettacolo partendo da un affresco, da un dipinto o da una scultura non è facile, richiede fantasia, ma anche quella capacità di avere un particolare sguardo critico e una stimolante curiosità intellettuale.
Qualità che Petruzzelli certamente possiede e che ha dimostrato una volta di più nel melologo in questi giorni in scena all’Auditorio Montale nato da una collaborazione fra il Carlo Felice e il Museo Diocesano. Il monumento Fieschi a Genova – un viaggio tra arte e memoria è un melologo scritto diretto e interpretato dallo stesso Petruzzelli con la partecipazione dell’ottima pianista Valentina Messa e un video finale di Lorenzo Zeppa.
“Questo mio ultimo lavoro – ha detto l’autore – è un viaggio tra storia e arte. A volte ci chiediamo perché l’arte e perchè la storia? Per me l’arte è una scienza segreta sempre pronta a farci capire chi siamo e chi sono le persone che ci circondano. La storia invece è un poema che racconta il domani e ci mostra tutte le volte in cui credevamo di vedere, ma in realtà non abbiamo visto”
Il monumento al centro del testo è dunque quello che il cardinale Luca Fieschi si fece costruire quando ormai malato ad Avignone contava di rientrare a Genova. E quel monumento imponente (“Siamo di fronte a una delle più magnifiche sepolture che fussero in Italia” si legge in un documento del Seicento) e simbolo del potere del cardinale e della sua famiglia, nel tempo ha cambiato sede di volta in volta ripensato in spazi diversi e meno autorevoli, man mano che la forza dei Fieschi diminuiva. Oggi dopo un significativo restauro il monumento è custodito nel Museo Diocesano. E Petruzzelli immagina di essere un guida del Museo e ci racconta il monumento intrecciando la storia con riflessioni che riguardano la memoria, la società di ieri e di oggi, lo sguardo sul bello nell’arte e sul futuro.
Un melologo è una forma teatrale in cui una prosa viene supportata da un componimento musicale. In questo caso, però, Petruzzelli preferisce mantenere parola e suoni separati intendendo la musica non un sottofondo, ma una ulteriore “voce” in grado di suscitare emozioni e pensieri nel pubblico. Così il suo racconto si interrompe per lasciare alla pianista Valentina Messa, interprete raffinata con una solida esperienza nella contemporaneità, proporre pagine di Philip Glass, scelte oculatamente e splendidamente calate nelle atmosfere evocate da Petruzzelli con quel senso di mistero, ma anche di atemporalità che una storia come questa che parte dal Medioevo ma arriva ai giorni nostri, comporta.
Nel finale il video di Zeppa ci mostra il monumento, nel suo insieme e in una ricca serie di dettagli che ne esaltano la potenza e la imponenza.
Bravissimo Petruzzelli, bravissima la Messa, applausi calorosi e meritati