Addio a Franca

Dieci giorni fa aveva festeggiato il suo centesimo compleanno. Si è spenta oggi Franca Valeri, straordinaria attrice dalla vis comica e ironica, una vita sul palcoscenico e sui set del piccolo e grande schermo.

Milanese, formatasi al Piccolo Teatro, amica di Grassi e Strehler, donna coltissima, lanciata dal Teatro dei Gobbi con il siuo cabaret intellettuale che conquista Parigi (e in onore del poeta Valey, a suo tempo aveva scelto il cognome d’arte Valeri), Franca è stata una pioniera della comicità al femminile. I suoi personaggi sono entrati nella storia del nostro teatro comico: sora Cecioni perennemente attaccata alla cornetta del telefono, la signorina snob rappresentano caratteri, tipi di una umanità comune che l’attrice studiava e osservava con attenzione riproducendone poi simpaticamente e amabilmente i vizi.

Pur protagonista per natura (e si può ricordare l’esilarante personaggio della vedova di Socrate, o testi come Bruttina stagionata o Non c’è da ridere se una donna cade), aveva saputo fare coppia con mostri sacri del nostro teatro e del nostro cinema, dal marito Vittorio Caprioli al grande Alberto Sordi, fulminato con l’epiteto “cretinetti” nel film “Il vedovo”, per non dimenticare Paolo Stoppa. Suoi grandi amici gli ammirati Vittorio De Sica e Patroni-Griffi con cui aveva costruito un solido rapporto di collaborazione.

Amante della lirica (aveva studiato sin da piccola il pianoforte), Franca Valeri si è anche dedicata alla regia d’opera, specialmente dopo aver conosciuto il giovane direttore Maurizio Rinaldi che divenne suo marito e stretto collaboratore. In tempi recenti aveva anche dichiarato che il celebre soprano Stefania Bonfadelli (ammirata anche qui a Genova alcuni anni fa e lanciata in Lucia di Lammermoor  proprio dalla coppia Rinaldi-Valeri) è sua figlia adottiva.

Franca Valeri lascia un vuoto notevole nel teatro nostrano ma soprattutto lascia un’eredità preziosa di eleganza, ironia, capacità di graffiare con educazione: qualità che ne hanno fatto una artista vera e un modello per tante colleghe più giovani.

“Il tempo che passa – aveva detto qualche giorno fa in una intervista – è una vera rottura di scatole”.