Lisa Jacobs e Dario Bonuccelli: un bel duo al Paganini Genova Festival

Grande successo di pubblico, sia come presenza che come apprezzamento, ieri all’Oratorio di San Filippo, dove, nell’ambito del Paganini Genova Festival organizzato dagli Amici di Paganini,  si sono esibiti la violinista danese Lisa Jacobs, artista di rilievo internazionale e il pianista ligure Dario Bonuccelli, diplomatosi al Conservatorio N.Paganini di Genova e vincitore di numerosi concorsi nazionali ed internazionali.

Il concerto cavalcava tutto l’800 all’insegna delle composizioni dedicate al duo violino e pianoforte, che sulla scia di Paganini si è sviluppato avvalendosi spesso del gioco della variazione e della leggerezza della lettura violinistica.

Il programma proposto però è risultato per chi scrive un po’ troppo lungo e privo di momenti particolarmente brillanti, che aggiungessero vivacità all’interno di un programma carico di brani molto espressivi e a tratti patetici, che proponevano pochi momenti vivaci o virtuosistici di agilità.

Ne sono un esempio la Sonata n.2 op.100 di J.Brahms, detta anche Thunersonate, perché composta sulle rive del lago Thun in Svizzera, che ripropone la calma e la serenità che un tale paesaggio riesce ad ispirare o Il Chant de Roxane da Re Ruggero di K. Szymanowsky, molto cantabile e sognante, o la Fantasia concertante su temi del Faust di H. Wieniawsky, carica di tensione narrativa.

La Jacobs, sostenuta brillantemente da Bonuccelli, si dimostra artista di grande talento, interpretando i brani con estremo trasporto ed estrema sensibilità espressiva, trovando nella sonata n.2 op.94 di S.Prokof’ev, composta da quattro movimenti di diverso carattere, la possibilità di illustrare al meglio le potenzialità del suo strumento.

Perde invece forse l’occasione di sdrammatizzare l’impegno d’ascolto richiesto per questo programma, attraverso i brani Mot a Paganini di Rossini e I palpiti M.S.77 di Paganini.

Lisa Jacob e Dario Bonuccelli all’Oratorio di San Filippo

 

I brani in questione infatti rappresentano un omaggio scherzoso da parte di Rossini all’amico Paganini e viceversa, divertendosi il primo a proporre un brano di sua invenzione, ma che strizza l’occhio alle peculiarità tecniche ed espressive di Paganini, ponendosi quindi come una sorta di parodia amichevole, a cui in qualche modo risponde Paganini con le variazioni sul tema dell’aria Di tanti palpiti, tratta dal Tancredi di Rossini.

Due brani scherzosi quindi che avrebbero potuto offrire l’occasione alla Jacobs di ironizzare ed estremizzare maggiormente gli elementi virtuosistici richiesti, che erano l’elemento fondante della parodia sottintesa, evitando di interpretare i suddetti brani  con troppa serietà.

Un programma dunque estremamente impegnativo, che la Jacobs ha affrontato con grande gusto e professionalità e dimostrando ottima padronanza del virtuosismo sulle note sovracute, molto ricorrente nei brani proposti.

Pubblico entusiasta, che ha riservato agli artisti un caloroso e lungo applauso, e a cui è stato dedicato un piccolo bis finale con il Capriccio n.20 di Paganini in una trascrizione di Kreisler.