Il concerto andato in scena ieri presso l’Oratorio di Santa Chiara, presentato dal Festival Musicale Le Vie del Barocco in coproduzione con il Paganini Genova Festival, riportava un titolo particolare: Virtuosismo in obiettivo 11 dedicato a Paganini e ai suoi precursori. Nel programma di sala si spiega: “L’obiettivo 11 dell’Agenda ONU 2030 per uno sviluppo sostenibile al punto 4 recita: potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo. Per questo motivo con entusiasmo le Associazioni Collegium pro Musica e Amici di Paganini da anni si sforzano di tutelare, divulgare e salvaguardare la memoria dell’illustre concittadino e del tessuto musicale che ha favorito la nascita della sua opera: le composizioni dei suoi precursori.”
Una collaborazione importante quindi, tra due realtà che trattano apparentemente di due epoche opposte, ma che hanno trovato in Paganini un legame interessante per parlare anche del periodo precedente al noto violinista: il Barocco e il Classicismo.
Paganini del resto non nasce uomo romantico, ma si forma in una cultura classica, ma in fermento e già orientata verso quello che sarà lo stile che caratterizzerà la produzione paganiniana.
Il compito di illustrare l’ambiente musicale in questione era affidato al Cenacolo musicale, gruppo senese di musica antica, il cui repertorio spazia appunto tra musica strumentale e cantate sacre e profane di autori del ‘600 e ‘700, fino ad autori del tardo barocco e del primo Classicismo.
L’ensemble vedeva al clavicembalo Donatella Busetto, fondatrice del gruppo, Federico Toffano al violoncello e Gianpiero Zanocco al violino.
Gli autori protagonisti del programma erano Gaetano Pugnani (1731-1798), Pietro Antonio Locatelli (1695-1764) e Giuseppe Tartini (1692-1770), le cui sonate illustrano in modo efficace come lo stile formale barocco si stesse spostando verso un maggior virtuosismo strumentale, che raggiungerà il suo apice nel secolo successivo. Il cosiddetto stile galante, che caratterizza il periodo proposto, si allontana dalla complessità barocca per raggiungere una maggior sinteticità ed eleganza.
Il Cenacolo Musicale ha dimostrato grande affiatamento nell’esecuzione dei brani e il violinista Gianpiero Zanocco in particolare ha avuto modo di cimentarsi in brani di estremo virtuosismo e agilità, che nulla hanno da invidiare al virtuosismo estremo che appartiene a Paganini e ai suoi contemporanei.
Una piacevole serata in cui Paganini riecheggiava nelle note dei musicisti suoi precursori.
Pubblico entusiasta e al massimo della capienza, che ha riservato a tutti gli artisti numerosi applausi sia durante che alla fine del concerto.