GOG, vince la potenza espressiva nel recital pianistico di Benedetto Lupo

Grande concerto, realizzato con il sostegno di Rimorchiatori Riuniti, alla GOG nella sera del 2 maggio. Protagonista il Maestro Benedetto Lupo, uno dei talenti più interessanti a livello internazionale della sua generazione, noto per le incisioni, tra tutte basti citare l’integrale delle composizioni per pianoforte e orchestra di Schumann per la Arts, oltre che per la didattica. Del resto dal 2013/2014 è titolare della cattedra di pianoforte nell’ambito dei corsi di perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, istituzione della quale, dal dicembre 2015, è accademico effettivo.

Il programma è complesso da eseguire perché mette a nudo il pianista, ma facilissimo per gli ascoltatori  ed esposto in un fluire continuo a partire dalle Stagioni Op. 37 bis di Pëtr Il’ič Čajkovskij  sino ai 24 Preludi Op. 11 di Aleksandr Skrjabin; quindi (escluso l’unico bis, sempre cammeo skrjabiniano) 36 brevi brani che potevano stancare i non addetti ai lavori. Come era prevedibile si è sortito l’effetto opposto, incuriosendo sin dalle prime note dei 12 pezzi iniziali ispirati ad una tenerissima e sognante malinconia.

La composizione di Čajkovskij è ispirata ai mesi dell’anno ed è frutto di un incarico con l’editore della rivista musicale di San Pietroburgo “Nouvelliste”, accettata per sbarcare il lunario,  che prevedeva l’introduzione ad ogni pezzo di versi dei poeti russi. Ottima la tavolozza cromatica ed emozionale presentata da Benedetto Lupo, che punta sul versante onirico e sull’interpretazione nota per nota, senza lasciare nulla di inespresso, senza sovraccaricare, in una morbidezza del tocco assoluta e rara. Del resto è proprio l’approccio più corretto filologicamente vista l’assenza del virtuosismo nella partitura e l’intento di coinvolgere mediante gli “affetti”.

Godibilissima la riproposizione di Lupo della Barcarola di Giugno dove ben si coglie il tema più volte ripreso dal compositore russo e l’accento squisitamente popolare di Novembre, che rievoca i suoni e le atmosfere della sterminata Russia, quello stesso rapporto uomo-ambiente così diverso dall’Europa occidentale. La maestria di Lupo si è dimostrata poi chiaramente per i profani (anche se ai palati fini è piaciuta maggiormente la prima parte del programma per l’assoluta aderenza e compostezza) nella proposta dei 24 Preludi Op 11 di Skrjabin, frutto di un genio precoce, tanto che iniziò a comporli a soli 16 anni, lavorandovi per nove anni.

Hanno convinto soprattutto il Vivo del n3 in 3/4 , piacevolissimo, e per profondità abissale il Misterioso n.16 in 5/8 e 4/8 in si bemolle minore oltre al sol minore del Lento, il n.22. Tra le curiosità si ricorda la durata lampo del n.23. Gran finale col presto sforzato al massimo ma pulitissimo, vero esempio di maestria. Lunghissimi applausi.

 Il prossimo concerto della GOG si terrà il 9 maggio, sempre alle 20.30, con il Trio Wanderer (Vincent Coq, pianoforte, Jean-Marc Phillips-Varjabédian, violino, Raphaël Pidoux, violoncello). In programma di Robert Schumann il Trio in re minore op. 63, di Lili Boulanger D’un Soir triste e D’un Matin de Printemps. Infine di Camille Saint-Saëns il Trio in mi minore op. 92. Tutte le informazioni su www.gog.it