Paganini è certamente una delle figure più interessanti e moderne del suo tempo e le sue composizioni suscitano ancora oggi stupore e fascino.
E’ con l’intenzione di valorizzare la produzione cameristica di Paganini, spesso meno nota o addirittura inedita, che nasce ll Quartetto Paganini, una ricostituzione del gruppo originale fondato negli anni ’70 e che vede Stefano Cometto al violino, Giovanni Matteo Brasciolu alla viola, Michelangiolo Mafucci al violoncello, Carlo Fierens alla chitarra.
Questi giovani musicisti si sono esibiti ieri nell’ambito del Paganini Genova Festival presso la Chiesa di San Donato, che custodisce l’atto battesimale di Paganini, presentando due quartetti per archi e chitarra del nostro compaesano: il n. 7 M.S.34 e il n.15 M.S.42.
Composti verso tra il 1817 e il 1820 questi brani sono pervasi da un senso di divertimento, di rilassatezza e di spontaneità, con dialoghi continui tra violino e viola e momenti solistici in cui emerge la chitarra con il suo suono dolce e delicato. Del resto Paganini amò molto la chitarra, che era per lui un piacevole passatempo e un strumento adatto ad un ambiente informale e conviviale, al contrario del violino che invece rappresentava l’aspetto professionale, virtuosistico e maggiormente impegnativo della vita del compositore.
La presenza della chitarra, unico strumento pizzicato all’interno del quartetto, contribuisce ad arricchire l’esecuzione di colori e sfumature, che di rado si ha occasione di ascoltare.
Non c’è uno strumento che prevale sull’altro in questo quartetti e ogni intervento sia solistico che di insieme è equilibrato, contribuendo ad un amalgama sonora priva di particolari virtuosismi, resa in modo ottimale dall’affiatamento dei giovani esecutori, che hanno conquistato il numerosissimo pubblico presente, che li ha più volte richiamati per tributar loro il giusto riconoscimento con un caloroso applauso.