Il Teatro Carlo Felice di Genova dopo aver rotto il muro di silenzio ai tempi del Covid-19 con il memorabile concerto del Quintetto d’archi per celebrare il 75esimo della Liberazione persegue un altro primato: come coronamento di un impegnativo percorso di adeguamento e impostazione di protocolli gestionali ed operativi, è stato il primo teatro nel mondo il 2 luglio scorso a ottenere la Biosafety Trust Certification, lo schema certificativo dei sistemi di gestione pensato da RINA per prevenire e controllare il propagarsi delle infezioni e tutelare la salute in contesti aggregativi.
Per il sovrintendente Claudio Orazi si tratta di “un punto di arrivo e allo stesso tempo di un punto di partenza per impegnarsi ancora di più in totale sicurezza”. Anzi, le normative hanno richiesto anche un ulteriore affinamento dei sensi dei musicisti che, non potendo stare più gomito a gomito, devono raggiungere un livello di intesa maggiore, sfiorando l’assoluto. Una grande concentrazione e una bella sfida che l’Orchestra del Teatro Carlo Felice ha portato avanti già nelle prove, con la convinzione di poter dare il massimo.
“Non ci sarà tutta l’orchestra ma la compagine degli archi -spiega la spalla dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice Elisabetta Garetti- Elgar non è forse molto conosciuto al largo pubblico, ma il suo lavoro ha una freschezza e un’affinità molto profonda. In generale nel programma ci sarà la possibilità di evidenziare i colori, la forza e l’espressività degli strumenti. Saremo senza direttore; ma abbiamo voluto tentare questa uscita simbolicamente con tutta l’orchestra d’archi. E’ molto importante per noi”.
Il concerto “Serenate”si svolgerà il 10 luglio alle 21:15 all’interno del Teatro Carlo Felice con 200 posti (ingresso intero euro 8, ridotto euro 6). E’ il primo evento aperto al pubblico dopo aver ottenuto l’ambita e restrittiva certificazione e il primo in assoluto da quando sonno state sospese le manifestazioni culturali dal vivo. In programma la Serenata in Mi minore Op.20 di Edward Elgar e la Serenata in Do maggiore di Pëtr Il’ič Čajkovskij.