Il trascinante Stravinskij di Ilya Shmukler

Vincitore del “Geza Anda”, Ilya Shmukler è un giovane pianista di straordinario talento. Ha una tecnica formidabile, un perfetto controllo del suono, mani talmente “fluide” da scorrere sulla tastiera quasi senza neppure sfiorarla.

In questi giorni Shmukler è in Liguria per una serie di concerti. Il 29 scorso ha entusiasmato la platea del Festival di Cervo, sabato prossimo sarà all’Auditorium di Levanto ospite del Festival intitolato a Massimo Amfiteatrof. E ieri sera è stato ospite della GOG a Palazzo Ducale nell’ambito del ciclo “Notturni en plein air”.

Gran folla e entusiasmo alle stelle. Clou della serata i “Tre movimenti da Petrouchka” di Stravinskij che hanno esaltato le migliori doti del giovane artista. Sotto le sue dita la tastiera si è trasformata in una orchestra perfetta nella varietà dei timbri, nei rilievi tematici, negli irregolari e vitalizzanti scatti ritmici. Una lettura trascinante come raramente si può ascoltare dal vivo.

Prima di Stravinskij, Shmukler aveva affrontato un altro aspetto del pianismo di primo Novecento, “Images” (I Libro) di Debussy. Qui la ricerca del suono ha condotto l’artista in tutt’altra direzione: alle percussività stravinskiane ha opposto una leggerezza e una morbidezza di tocco ammirevoli, atte a rendere le raffinatezze del compositore francese in tutto il loro fascino.

Aveva suscitato interesse anche l’esecuzione delle Tre mazurche di Thomas Ades, compositore e pianista inglese vivente: si segnala in particolare l’esecuzione della terza che da una atmosfera iniziale quasi aforistica e destrutturata, raggiunge una decisa densità di scrittura per poi spegnersi in un prolungato pianissimo, quasi una eco di una mazurca lontana.

Una serata insomma di alto livello. Unico leggero appunto a un artista di indubbia solidità, l’interpretazione iniziale della “Barcarola” di Chopin, pur inappuntabile per limpidezza e delicatezza ci è parsa il momento meno coinvolgente dell’intero recital.

Applausi interminabili e due bis di Prokof’ev e di Schumann.