Tutto esaurito per una “Cavalleria rusticana” in versione ridotta

Tutto esaurito ieri sera al Carlo Felice per una “Cavalleria rusticana” in versione ridotta. Lo sciopero indetto dalla sigla sindacale SNATER ha, infatti, sensibilmente limitato il numero dei coristi in scena e visto mancare dalle compagine orchestrale l’arpa, strumento fondamentale in alcuni momenti cruciali dell’opera, come l’Intermezzo.

Andata in scena per la prima volta nel 1890 al teatro Costanzi a Roma e basata sull’omonima novella di Verga, “Cavalleria rusticana” di Mascagni è considerata una delle opere più rappresentative del cosiddetto e discusso “verismo musicale”. E ancora oggi appare di un’attualità sconcertante, mettendo in scena una storia di vita popolare con  passioni dirompenti – l’amore, la gelosia e la vendetta – che portano alle più tragiche conseguenze. Secondo titolo del cartellone lirico, è stata presentata come spettacolo a sé in un allestimento proposto a Genova già alcuni anni fa con la regia di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi e le scene di Federica Parolini. 

L’impianto scenico si ispira a un antico teatro greco – numerosi in Sicilia – dove sacro e profano convivono senza contraddizioni e vengono inseriti elementi del la tradizione pasquale siciliana come il “ballo dei diavoli”.

L’orchestra, diretta dal giovane Davide Massiglia, ha regalato momenti di intensa liricità, mostrandosi più contenuta nei momenti vivaci e ritmici come nel celebre “Viva il vino spumeggiante”. Toccante anche il momento della preghiera del coro guidato dal direttore Claudio Marino Moretti nei panni del parroco.

Il cast ha visto primeggiare Veronica Simeoni nel ruolo di un’appassionata Santuzza con una grande vocalità e presenza scenica; generoso il Turiddu di Luciano Ganci, mentre Gezim Myshketa ha incarnato un vigoroso Alfio. Lodevole anche Nino Chikovani nei panni di Lola, è soprattutto Manuela Custer nelle vesti di mamma Lucia.

Calorosissimi gli applausi finali da parte della gremita platea!

Repliche fino a domenica 23.