Si chiama OPA, Orchestra Paganini. I frequentatori delle sale da concerto la conoscono ormai da molto tempo perché ha una storia del tutto particolare. E’ nata, diversi anni fa, in seno al Conservatorio “Niccolò Paganini” come complesso dei più piccoli allievi, sotto la guida del docente di violino Vittorio Marchese.
Sono molti i Conservatori nei quali accanto all’orchestra degli allievi più “grandi” si formano complessi che coinvolgono gli studenti più giovani, ai loro primi passi nella formazione strumentale. Orchestre che per lo più cambiano componenti di anno in anno, perché gli studenti, crescendo, si rivolgono ad altre esperienze. A Genova, invece, quell’Orchestra non solo non si è mai sciolta, ma, mantenendo gli stessi membri (nel frattempo tutti diplomati e divenuti professionisti), nel 2023 si è staccata dal Conservatorio, ha creato un’Associazione a sé (presidente ne è Davide Viziano che all’epoca della fondazione era presidente del Conservatorio) e ora con il nome di “OPA” (Orchestra Paganini) affronta la sua prima stagione musicale autogestita, grazie alla partecipazione (con conseguente vittoria) a un bando emesso dal Comune.
L’appuntamento, per il debutto, era ieri sera a Palazzo della Meridiana. Marchese ha scelto un programma già collaudato, ma molto interessante per la sua varietà.
Avvio con il Divertimento K 136 di Mozart la cui leggerezza è stata colta appieno dal complesso strumentale.
Poi, con un marcato cambio stilistico, i “Cinque pezzi” per archi di Hindemith: una scrittura “selvaggia”, densa polifonicamente che richiede un atteggiamento esecutivo aggressivo e un solido affiatamento, qualità che l’OPA ha mostrato di possedere. Finale con la Serenata per archi op. 48 di Cajkovskij. Ampliato l’organico (con Marchese “costretto” a imbracciare il violino per sostituire un componente ammalato), l’orchestra ha regalato una splendida interpretazione: si pensi in particolare all’Elegia nella quale il melodismo di ampio respiro, tipico del compositore russo, è stato affrontato dai giovani esecutori con una ammirevole eleganza e una lodevole ricerca del suono.
Applausi calorosissimi e un bis: il Preludio e Allegro di Kreisler. Pagina che guarda al passato (l’autore presentandolo lo aveva attribuito a Gaetano Pugnani, compositore e violinista settecentesco, per poi rivelarne la paternità solo più avanti) e propone un acceso virtuosismo: Yesenia Vicentini, primo violino che si era già messa in mostra nell’ultimo acrobatico movimento di Hindemith, qui in veste solistica, ben assecondata dal complesso (senza direttore) l’ha eseguita in maniera ineccepibile per tecnica, limpidezza di fraseggio, autorevolezza espositiva.
Il cartellone del Festival si articola in concerti e “prove”. Nei giorni 18 ottobre (Villino Frassati a Quarto), 6 e 13 dicembre (Letture Scientifiche, Palazzo Ducale), dalle 15 alle 19 il pubblico potrà seguire le prove del complesso strumentale: una iniziativa originale che consentirà agli appassionati di capire come si costruisce una esecuzione.
I concerti dell’OPA si terranno poi in luoghi alternativi della città non destinati cioè alla musica: il 23 ottobre nella Stazione Principe (ore 17), il 30 ottobre nella Stazione Brignole (ore 17) e, infine, il 15 novembre nella Chiesa di S.Gerolamo a Quarto (ore 18,30).
Altri tre appuntamenti sono fissati alla GAM (Galleria di Arte Moderna a Nervi, ore 17): il 16 novembre con l’Ensemble Phonodrama e l’attore Andrea Nicolini, il 23 novembre con il Quartetto di Genova e Deos e il 30 novembre con il Quartetto Cino Ghedin.