Bessie Smith, l’imperatrice del Blues

Numerose fotografie dei primi anni ‘20 ritraggono Bessie come donna di grande corporatura, sensuale fisicità, sguardo penetrante e misterioso. Il più noto biografo della cantante, Chris Albertson, scrisse che senza dubbio era la sua personalità a colpire, forte, carismatica, ma anche controversa ed estremamente umorale.

Bessie ebbe un’esistenza breve ed intensa. Nata a Cattanoga, nel Tennessee, nel 1894 (probabilmente il 15 aprile) in una famiglia povera e molto numerosa, cominciò ad esibirsi giovanissima insieme ai suoi fratelli in spettacoli di strada. All’insaputa dei genitori fece un’audizione ed entrò a far parte del gruppo di Ma Rainey che ne riconobbe immediatamente il talento naturale. Seguirono altri provini per i teatri del circuito Toba che la portarono già a 19 anni a lavorare per palcoscenici prestigiosi quali l’ “81 Theatre” ad Atlanta, il “Grand Theatre” di Chicago e il “Lafayette” di New York.

Bessie Smith

Le registrazioni per la Columbia

Nonostante fosse già un’affermata interprete, con la prima audizione della Okeh non fu scelta, ma poco dopo cominciò a registrare per la Columbia tra il 1923 e il 1929. Da allora la sua fama crebbe sempre più e le tournée si susseguirono senza tregua, così come le numerose incisioni realizzate a New York. Tra i molti  successi di quegli anni ricordiamo Empty bed blues e Afer you’ve gone. Fu accompagnata dalle più rinomate orchestre del momento e da alcuni dei migliori solisti, tra i quali Louis Armstrong e Fletcher Henderson.

Bessie era apprezzata anche al di fuori del mercato dei race records ormai, potendo contare su una nutrita schiera di suoi ammiratori bianchi. I suoi spettacoli somigliavano molto a minstrels shows, e lei si spostava utilizzando una specie di carovana da circo, composta da una carrozza ferroviaria speciale, dipinta di giallo con delle scritte in verde. L’artista cucinava spesso per la compagnia, che poteva contare su circa 35 elementi, e in tutto e per tutto imponeva la sua volontà: riuscì a mettere su un vero business, unendo allo spettacolo musicale attrattive di altri generi, come danze o recitazione e mettendo in atto delle vere operazioni di marketing, ad esempio vendendo in proprio, nei suoi spettacoli, le noccioline o le caramelle agli spettatori. Tutti questi accorgimenti la portarono a riempire anche nelle piccole città il suo tendone, che poteva ospitare circa 1550 persone per più sere di seguito.

Una personalità eccentrica

La Smith aveva una personalità sicuramente eccentrica: rozza e persino manesca, spesso ubriaca, e tuttavia generosissima con tutti. Insomma una vera artista, lunatica e dissoluta. Spesso per la sua ubriachezza i suoi spettacoli dovevano essere cancellati. Tradiva spesso il marito e tra i due si scatenavano sovente liti furibonde. Certo anche Jeck Gee, il consorte appunto, non era un esempio di fedeltà: una volta, scoperto un suo tradimento, la cantante non esitò a prenderlo a pugni. Inoltre Bessie frequentava i locali malfamati nei dintorni dei teatri nei quali si esibiva ed era conosciuta in tutti quegli ambienti, ma nessuno della sua compagnia osava contestarla e rimproverarla per la sua condotta.

Il 1929 fu un anno particolare, ricco di avvenimenti: Bessie si separò dal marito, riscosse alcuni successi, qualche fiasco e partecipò al film St. Louis Blues come protagonista, dimostrando un notevole talento drammatico. Anche lei risentì della crisi del ‘29, come tutti gli operatori del settore dell’intrattenimento. Perse infatti il suo contratto con la Columbia e dovette adattarsi ad accettare ingaggi di livello decisamente più basso. Visto che i suoi incassi diminuivano considerevolmente, si unì al suo allora compagno Richard Morgan nel contrabbando di alcolici.

Nel novembre del 1933 fu scritturata da John Hammond per alcune registrazioni insieme ad artisti del calibro di Jack Teagarden, Chu Berry e Benny Goodman. Tra le eccellenti incisioni realizzate nell’occasione ricordiamo Gimme a pigfoot e Do your duty.

L’anno successivo fu un disastro e Bessie si dedicò all’alcool con più passione che alla musica. Invece il 1936 le portò alcuni benefici: chiamata a sostituire Billie Holiday malata, rimase a Broadway più di due mesi, ottenendo un buon successo che le procurò nuove scritture ed una particolare con la Broadway Rastus, compagnia teatrale che girava nel Sud.

Un intenso sguardo di Bessie

La scomparsa a 43 anni

Fu durante un trasferimento con questa compagnia che rimase vittima di un grave incidente nello stato del Mississippi. Dopo alcune ore morì nell’ospedale di Clarksdale. Era il 26 settembre 1937. Sull’incidente si dissero e si scrissero molte cose: si commentò che la cantante avrebbe potuto salvarsi se fosse stata portata in un ospedale più vicino che però l’aveva respinta perché di colore. Queste ipotesi non sono tuttavia confermate.

Bessie Smith è stata certo una delle più importanti e influenti cantanti di Blues del Novecento, capace di coniugare la genuinità e l’ “antiraffinatezza” della musica folklorica afroamericana con il grande successo popolare. Nel periodo di maggior successo fu ascoltata e ammirata da tutti, bianchi e neri, poveri e ricchi, acculturati e analfabeti.

Il pianista Hart Hodes così la descrisse: “…Un gran donnone: domina completamente il palcoscenico e l’intero uditorio… Non si può spiegare a parole il suo canto, la sua voce. Non ha bisogno del microfono, non lo usa… Mentre canta cammina lentamente per il palco, la testa leggermente inclinata… Non vorremmo che finisse mai…”