Il Quintetto di Istanbul, paradigma della transculturalità della firma Arianna Dagnino

Tra le perle letterarie presentate di recente a Genova, a Palazzo della Meridiana, ricordiamo “Il Quintetto di Istanbul” per le Edizioni Ensemble di Arianna Dagnino. Confluenze e intrecci tra vita e scrittura nella transculturalità popolano questo libro a metà tra l’alta saggistica e la narrativa più avvincente, che l’autrice stessa definisce “genere ibrido”, una “creative non fiction”, un esperimento, con le interviste a 5 autori, di cui una assolve al ruolo di commento, letteralmente disseminata nel testo. Estratti dai diari di viaggio dell’autrice intervallano la narrazione,  in una sorta d’immaginario salotto letterario sulle rive del Bosforo, all’incrocio tra Europa e Asia.

Tanti i concetti che trovano naturale corso e ricorso tra le righe d’inchiostro e che restano ben oltre l’ultima pagina, a vagare nei pensieri, a fare riflettere. Citiamo, tra gli altri, l’ansia dell’altrove, il gene della mobilità permanente, il desiderio di frontiera come arricchimento, una geografia mappata dalle letture capace di passare del 1882 con la proclamazione a Santo del Vescovo Cirillo d’Alessandria d’Egitto sino, ad esempio, al 1972 con le vicende politiche della Bulgaria e i cambi geopolitici di quel periodo.

La presentazione di Arianna Dagnino tra gli Amici di Palazzo della Meridiana
La presentazione di Arianna Dagnino tra gli Amici di Palazzo della Meridiana

 

Un libro raro, appassionante da leggere e prezioso da approfondire che fa ragionare sulla nostra identità culturale, su quel paradosso per cui, per arrivare a dire chi siamo dobbiamo contemporaneamente inventarci cosa non siamo e definire un’area di appartenenza a cui votare lealtà. Si apre così la scena alla transculturalità e alla figura dello scrittore transculturale, definito come un neonomade, un poliglotta, un dispatriato, un instancabile viaggiatore.

La poliglossia letteraria viene mostrata così a tutto tondo, come arte del vivere e come forma capace di mettere insieme “le ruminazioni del cuore e il pulsare ritmico della lingua” insieme alla pratica totalizzante della scrittura, a quel “tradurre me stesso a…me stesso”.

Una cartina tornasole della sconfinata esperienza della giornalista Arianna Dagnino, che ha saputo, anche in anni in cui le donne non avevano raggiunto le conquiste di oggi, perseguire mete in apparenza irraggiungibili, in una carriera in cui la parola “scontato”  semplicemente non esiste. Suoi anche i romanzi transculturali “Fossili” (Fazi) e “The Afrikaner” (Guernica), oltre a numerosi saggi.

 

L’Autrice

Arianna Dagnino (genovese di nascita e di spirito) è scrittrice, giornalista, traduttrice letteraria e docente alla University of British Columbia.

Ha vissuto in Inghilterra, nell’ex Unione Sovietica, negli Stati Uniti, in Sudafrica e in Australia, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in Letterature Comparate

www.ariannadagnino.com

Il libro di Arianna Dagnino
Il libro di Arianna Dagnino