G8: nove testi per non dimenticare

E’ in corso di svolgimento ripartito tra il Teatro Ivo Chiesa e il Teatro Modena il  progetto Il mondo che abbiamoche il Teatro Nazionale dedica ai fatti tragici del G8 di vent’anni fa.

Nove testi commissionati ad altrettanti autori in rappresentaza degli otto Paesi partecipanti al summit e dell’Unione Europea.

Sabato i nove testi sono stati rappresentatio, uno dopo l’altro in una lunga maratona che ha occupato il pomeriggio (Teatro Chiesa) e la sera (Teatro Modena)

Ora fino a domenica prossima saranno ripresentati a due o a tre per sera nei due teatri.

Un momento dello spettacolo “Genova 21” di Paravidino

 

Le nove opere, che affrontano con una grande varietà di toni e registri le tematiche emerse dal G8 di Genova, riportandole ai giorni nostri, sono state tradotte e affidate a registe e registi italiani: Giorgina Pi dirige Sherpa di Roland Schimmelpfennig (Germania), Mercedes Martini Our Heart Learns di Guillermo Verdecchia (Canada), Serena Sinigaglia Transcendance di Sabrina Mahfouz (Gran Bretagna), Thea Dellavalle Change le monde, trouve la guerre di Fabrice Murgia (Unione Europea), Teodoro Bonci del Bene Dati sensibili: New Constructive Ethics di Ivan Vyrypaev (Russia), Kiara Pipino Basta! di Wendy MacLeod (Stati Uniti), Thaiz Bozano Il vignetodi Toshiro Suzue (Giappone), mentre Fausto Paravidino (Italia) e Nathalie Fillion (Francia)= dirigono i propri testi, Genova 2021 e In situ – Rêverie del XXI secolo. Come nove capitoli di una grande storia individuale e collettiva, gli spettacoli del G8 Project raccontano le cicatrici profondissime lasciate dagli eventi di Genova 2001 e i cambiamenti della nostra società, cercando di immaginare quale futuro si possa ancora costruire.

Sabato, nel corso della maratona, abbiamo visto i primi due testi proposti che nella loro diversità hanno dato la misura dell’operazione, l’idea di offrire una riflessione su quel che è accaduto e quel che è rimasto in noi di quei fatti partendo da angolazioni totalmente differenti e con toni altrettanto diversi.  Ad aprire è stato il lavoro di Fabrice Murgia (Belgio) Change le monde, trouve la guerre presentato nella traduzione di Anna Giaufret, con la regia di Thea Dellavalle e l’interpretazione di Irene Petris, Emanuele Righi, Alice Torriani. Un lavoro di forte impatto drammatico basato sul ricordo a distanza di vent’anni di una donna che allora diciassettenne rivive attraverso le immagini conservate su un hard disk la violenza di allora in un continuo passare dal presente al passato e viceversa.

“Our heart Learns” di Guillermo Verdecchia

Applausi meritati ad autore e interpreti e, a seguire, Our heart learns del canadese Guillermo Verdecchia con la traduzione di Kiara Pipino e la regia di Mercedes Martini. Sul palcoscenico, Martina Sammarco, Matteo Sintucci, Alberto Giusta, Silvia Napoletano e Rita Castaldo a dar vita a una piece che racconta l’impegno civile di alcuni giovani attraverso summit, partecipazioni a marce e proteste che dal Canada arrivano a Genova, e lo fa in una intelligente commistione fra ironia e tragica realtà, mescolando sentimenti privati a convinzioni collettive. Bravissimi gli attori, brillante e fluida la regia di Mercedes Martini.