Teatro Nazionale: la Pozzi direttrice della scuola

A due mesi dalla scomparsa di Marco Sciaccaluga, Davide Livermore ha scelto la nuova governance della Scuola di recitazione del Teatro Nazionale. Lo ha fatto coniugando tradizione e innovazione, nel segno di una doverosa continuità (la Scuola genovese gode di un prestigio assoluto), ma anche con l’obbiettivo di aprire verso nuovi orizzonti in termini di approccio culturale e di inquadramento organizzativo.

In questa ottica vanno interpretate le due iniziative che sono state illustrate questa mattina nel corso di una conferenza stampa.

Una governance al femminile

Anna Laura Messeri, storica docente della Scuola, colonna portante da sempre di una istituzione che ha visto nascere e l’ha fatta crescere con competenza e rigore, è stata nominata direttrice onoraria.

Elisabetta Pozzi sarà invece la nuova direttrice didattica.

Genovese di nascita, artista fra le più note e acclamate del teatro italiano, la Pozzi si è formata allo Stabile dove ha debuttato appena diciannovenne in Il fu Mattia Pascal con la regia di Albertazzi con il quale ha poi creato un lungo sodalizio artistico.

A Genova ha lavorato in vari momenti della sua intensa carriera: basta citare lo strepitoso successo di La bocca del lupo con la regia di Sciaccaluga  con il quale è tornata a lavorare nel 2017 in Il Gabbiano di Cechov.

“Ho accettato dopo una lunga riflessione l’incarico – ha detto Elisabetta Pozzi – perché sono consapevole di una grande eredità che rispetto profondamente. Fanno parte della scuola eccellenti maestri e con loro lavorerò con impegno. Il teatro non è un luogo di pace, faremo penare gli studenti perchè fare l’attore è fatica, richiede un esercizio fisico e spirituale insieme. Sarà una meravigliosa avventura. In queste settimane abbiamo ripreso a recitare davanti al pubblico. Ma tutti noi ci siamo accorti che è cambiato qualcosa, è cambiata la platea e siamo cambiati noi. Siamo in un momento di rivoluzione e dobbiamo viverlo profondamente per ricavarne gli aspetti positivi”.

Elisabetta Pozzi durante la conferenza stampa con la prorettrice dell’Università di Genova, Nicoletta Dacrema; in collegamento video Anna Laura Messeri

L’accordo con l’Università

L’insediamento della nuova direzione didattica della Scuola coincide con il consolidamento della collaborazione tra il Teatro Nazionale e l’Università degli Studi di Genova. La Scuola di Recitazione potrà rafforzare la proposta didattica operando in convenzione con l’Università, che offrirà agli allievi attori alcuni corsi specifici e la possibilità di acquisire crediti formativi.

“Il risultato di un’intesa immediata e di un proficuo lavoro di gruppo – ha dichiarato Nicoletta Dacrema, Prorettrice Vicaria dell’Ateneo genovese – Con questo accordo, unico nel suo genere, la collaborazione tra le nostre due Istituzioni fa un grande balzo in avanti: Università e Teatro potranno “entrare reciprocamente l’una nel mondo dell’altro”, condividendo e mettendo a sistema competenze e peculiarità specifiche, a beneficio di una crescita comune e di una formazione più ricca e completa dei nostri studenti. Le attività che prenderanno l’avvio da questa firma renderanno inoltre ancora più solido il dialogo, già molto vivace, di entrambe le Istituzioni con il territorio e, ne sono certa, apriranno la strada ad altre iniziative altrettanto importanti e significative”.

L’accordo prevede uno scambio virtuoso dei rispettivi studenti: quelli della Scuola frequenteranno tre corsi universitari indicati dalla Direzione per un totale di diciotto crediti; gli studenti universitari potranno partecipare a stage o a tirocini e frequentare dall’interno il teatro.

L’obbiettivo, a lungo termine, è quello di portare la scuola a rilasciare un titolo valido a livello universitario.

“La nuova governance della Scuola di Recitazione e la convenzione con l’Università – ha detto il direttore del Teatro Davide Livermore – rappresentano ai nostri occhi una significativa occasione per esaltare il mestiere attorno a cui si fonda la nostra arte, quello dell’attore. Un mestiere antico, troppo spesso sottovalutato e che necessita non solo di talento ma anche di studio, passione, etica e disciplina”.

Elisabetta Pozzi con alcuni allievi della Scuola