Genova, i colori del mare

Entrando a Genova, si rimane «abbagliati» dal prestigio sempre vivo della sua passata grandezza […] le sale sono «risplendenti di dorature» […] «sotto questo cielo sempre sereno» […] «questo eterno sorriso della natura»; a sera «è la volta delle luminarie, dei fuochi d’artificio, dei pali trasparenti» e «migliaia di lucciole […] tracciano i loro fantastici e scintillanti arabeschi», una «luminosità» riflessa dall’acqua sulla quale Genova, stretta alle spalle dai monti si protende coraggiosa. Pensieri di Franz Liszt che fu tra i grandi visitatori della nostra città in pieno Ottocento. Affascinato dai colori,  dalla originalità della conformazione urbanistica, dallo stretto legame con il mare. Giudizi condivisi da un altro grande viaggiatore, Wagner: «Ancora oggi – si legge nelle sue Memorie – la splendida impressione di questa città combatte in me la nostalgia della rimanente Italia. Passai alcuni giorni di vera ebbrezza…».

Genova insomma è stata spesso celebrata per la sua bellezza. Ancora oggi, in una fase in cui si scopre meta turistica di rilievo, per molti visitatori costituisce una splendida scoperta.

E a sottolineare il fascino della città concorre la bella mostra fotografica inaugurata nel pomeriggio al Galata Museo del Mare. “Genova, i colori del mare” raccoglie una ventina di splendide foto di Fabio Accorrà selezionate e ordinate con intelligenza e felice intuizione artistica dalla giornalista Giulia Cassini, curatrice della manifestazione.

La scelta del Galata Museo del Mare è stata del resto quanto mai azzeccata, come ha sottolineato la presidente  Nicoletta Viziano, nel sottolineare il numero sempre crescente di turisti e il ruolo guida che ormai il museo genovese ha assunto come punto di riferimento nel Mediterraneo. Spazio perfetto, dunque, reso ancor più prezioso, come ha ricordato l’autore Accorrà, dal fatto che nella sala vicino a quella espositiva è custodito l’archivio di Francesco Leoni, il più grande fotografo genovese ormai del secolo scorso.

Autore di un libro dal titolo I Colori di Genova” (Erga Edizioni, maggio 2021), Accorrà, artista versatile ed estroso, propone dunque nella mostra diverse angolazioni della città che danno modo di riflettere su una vera e propria apologia dei sensi, dai toni poetici del paesaggio naturale a quelli antropici, popolati di tecnologia e di luci.

Di fatto, la caratterizzano quattro sezioni: «Mare, dalla pesca al commercio», «Mare, luce che sfuma al tramonto», «Mare, scorci di luce e partenze», «Orizzonti, tra sacro e profano». Ma come ha spiegato nella sua articolata e coinvolgente introduzione Giulia Cassini si è scelto di esporre le immagini senza una scansione reale nelle quattro sezioni che si intersecano, si sovrappongono, lasciando pertanto liberi i visitatori di cogliere i diversi elementi.

Fra le varie immagini, una ci è sembrata particolarmente suggestiva. Propone un’ampia panoramica «a strati sovrapposti»: in primo piano ci sono delle bianche barche a vela attraccate al Porto Antico; dietro si vede la struttura moderna del Bigo con i suoi tentacoli  che si protendono verso il cielo; ancora dietro accatastate una sull’altra le case dei caruggi, la città vecchia che guarda verso il suo mare. Poi il Torrione del Carlo Felice appare come un elemento di discontinuità e nello stesso tempo di collegamento ai palazzi moderni che si scorgono dietro, Corte Lambruschini. Infine le colline. Uno sguardo d’insieme di forte spettacolarità che restituisce magnificamente quell’immagine di verticalità che colpì, ad esempio, un poeta-musicista (l’armonia ha una struttura verticale) come Giorgio Caproni.

Alla presentazione seguita da un folto pubblico ha partecipato anche la violinista Yesenia Vicentini che ha proposto una delicata e suggestiva lettura del lirico Cantabile in re maggiore di Paganini.

La mostra rimarrà aperta fino all’11 ottobre.