La scomparsa di Mario Trabucco

L’avevo sentito l’ultima volta qualche mese fa. Stavo raccogliendo testimonianze per un libro-ricordo sull’attività dei “Cameristi” e lui, Mario Trabucco, ne era stato con il fondatore e direttore Nevio Zanardi uno degli artefici principali. Parlava molto lentamente, ma con la consueta affabilità, con quella semplicità che ne aveva caratterizzato sempre il comportamento. Mario Trabucco ci ha lasciato questa notte, è morto nella sua casa di Leivi a 73 anni.

Un grave lutto per il mondo musicale non solo genovese.

Nato a Leivi nel 1951, Trabucco era cresciuto “nella musica”: il fratello Franco, infatti, è pianista e la sorella Maria cantante lirica e i loro figli ne hanno seguito. Tutti e tre sono stati allievi del Conservatorio “Paganini” e tutti e tre vi hanno svolto per anni l’attività di docenti.

Mario si era formato sotto la guida autorevole di Mario Ruminelli (allora le cattedre di violino erano due: l’altra era affidata a Renato De Barbieri) e poi si era perfezionato all’Accademia Chigiana con Salvatore Accardo e Riccardo Brengola. Nel 1970 aveva vinto il Concorso violinistico “Vittorio Veneto”.

Da allora era iniziata una carriera articolata a dimostrazione degli interessi variegati dell’artista, diviso fra l’attività di solista, il lavoro in orchestra e l’impegno nella musica da camera.

Dotato di un sicuro bagaglio tecnico, unito a un gusto interpretativo di prim’ordine, Trabucco  ha tenuto numerosissimi concerti come solista in Italia e all’estero.

È stato, inoltre, primo violino al Teatro dell’Opera di Roma, al Comunale di Firenze, al Carlo Felice di Genova, nell’Orchestra della Svizzera Italiana e in quella di Santa Cecilia a Roma.

Il Trio Genova: Franco Trabucco (pianoforte), Mario Trabucco (violino), Nevio Zanardi (violoncello)

 

Per quanto riguarda la musica da camera, avere due musicisti in casa ha certamente favorito l’impegno in questo settore. Ancora giovanissimi i due fratelli Trabucco hanno dato vita con il violoncellista Nevio Zanardi al “Trio di Genova”. E in duo hanno affrontato un ampio repertorio: ricordo, molti anni fa, l’esecuzione impeccabile all’Oratorio di San Filippo in più incontri, dell’integrale delle Sonate di Beethoven per violino e pianoforte. Un violinista genovese non può naturalmente esimersi dall’affrontare Paganini. E Trabucco ha eseguito spesso pagine paganiniane, affrontando anche il repertorio violino-chitarra in duo con Josè Scanu.

Negli anni Settanta Nevio Zanardi ha fondato l’Orchestra d’archi “I Cameristi”. E naturalmente Mario Trabucco è stato subito chiamato come primo violino. Incarico che ha assolto fino all’ultimo concerto di quello splendido complesso, contribuendo in maniera determinante alla sua crescita artistica. I Cameristi erano formati da professionisti di sicuro valore (come non ricordare Donella Terenzio, violinista e profonda studiosa dello stile barocco) e da giovani preparati ma ancora alle prime armi. Per loro avere come “spalla” un professionista come Trabucco e come direttore un artista come Zanardi era una garanzia di formazione.

Del resto Trabucco ha svolto per decenni l’attività di didatta: nella sua classe sono cresciuti tantissimi violinisti che oggi suonano in giro come solisti o come professori d’orchestra.

Non va poi dimenticato che Trabucco è stato per decenni il curatore del “Cannone” il Guarneri del Gesù appartenuto a Niccolò Paganini, e della sua copia il “Sivori” di Jean-Baptiste Vuillaume. Con il “Cannone” ha tra l’altro tenuto numerosi concerti all’estero: Hanoi, Santiago di Compostela, Tokyo, San Pietroburgo e al Parlamento Europeo a Strasburgo.

E per anni ha fatto parte del Comitato organizzatore del “Premio Paganini”: una presenza la sua di assoluta competenza e serietà.