Combin en Musique, al via il festival con il savonese Fabio Rinaudo

Con i musicisti Fabio Rinaudo e Claudio De Angeli in  “Racconti di cornamuse… Antichi suoni dell’aria” prende il via mercoledì 22 luglio la terza edizione del festival Combin en Musique (per il programa completo cliccare qui ), un incontro che vede star assoluta la cornamusa in tante declinazioni.

Appuntamento alle 18 presso il Centro Visitatori Fontina (con possibilità di degustazione di prodotti tipici) a Frissionière, Valpelline. «Il magazzino di stagionatura delle fontine di Valpelline – spiega Simona Oliveti che organizza il Festival con Federico Bagnasco – si trova nel centro della omonima vallata all’interno di una delle gallerie dell’antica miniera di rame. Non solo un luogo affascinante dove conoscere da vicino la filiera della famosa fontina valdostana d.o.p., ma uno dei percorsi più suggestivi nel cuore della montagna per rivivere la storia dei minatori».

Vi si ripercorreranno storia e curiosità disinnescando i luoghi comuni e l’immaginario spesso ristretto in cui si suole cingere la cornamusa,  uno strumento ancor oggi ricco di fascino e di potenzialità. A livello artistico richiama alla mente il “Suonatore di cornamusa” di Blomaert Abraham intento nella sua performance oppure il “Suonatore di cornamusa” di Thomas Couture dall’ambientazione e dal raccoglimento quasi sacrale. Nella tradizione è legata al pastore oppure al periodo del Natale, ma se ci si lascia andare a una sorta di “Recherche” musicale sulla sua storia e sulle sue diverse declinazioni si scoprirà tutto un mondo inaspettato. E’ questo lo spirito che anima il concerto di mercoledì 22 luglio, il primo dei nove che compongono l’intera rassegna a ingresso libero, in cui i musicisti Fabio Rinaudo e Claudio De Angeli, componenti della storica irish band “Birkin Tree” presenteranno un repertorio musicale tratto dalla letteratura tradizionale nord italiana, francese, irlandese e scozzese.

«E’ proprio la curiosità la componente che si attiva all’ascolto – spiega Fabio Rinaudo- la stessa che tanti anni fa mi ha condotto in questo percorso e attraverso la storia della cornamusa, le cui origini si perdono nella notte dei tempi fino al Medioevo. Cambiando il concetto di musica nello spartiacque da modale a tonale lo strumento perde mano a mano appeal e a partire dal XVII secolo è circoscritto prevalentemente nell’area tradizionale».

Non è un caso che sia diventata così famosa la cornamusa scozzese per la storia ampiamente celebrata e le relative leggende: ogni clan, oltre al grido di guerra e ai colori del tartan, aveva la propria pipe music e il piper che doveva suonare in tutte le circostanze importanti, comprese le feste o il trapasso del capo. Un’usanza che è tenuta viva nel ricordo e che attrae turismo da tutto il mondo nell’Edimburgh Tattoo con tutte le bande dei reggimenti scozzesi e quelle di cornamuse dei vari Paesi del Commonwealth nel castello di Edimburgo o ancora nelle manifestazioni come Highland Games. La gamma degli strumenti, come è agevole intuire, è ricchissima e differenziata per aree geografiche. Basti pensare che anche solo in Italia si trova una macropartizione tra Sud e Nord, quest’ultimo legato al mondo nord Europeo, mentre il Sud è principalmente collegato alle zampogne, a una ben delimitata sinfonia ed armonia di canto.

Il Festival, che unisce le bellezze dei territori di Ollomont, Doues e Valpelline, proseguirà sino al  23 agosto con l’evento di chiusura “Cello Ribelle -Almost 3” con Flavia Barbacetto e Stefano Cabrera presso Le Fonderie, La Fabrique, a Valpelline.