L’impegno di Messiaen alla GOG

Appuntamento da non perdere, domenica di Pasqua alle ore 20,30. Sui canali social della GOG verrà proposto un concerto realizzato al Carlo Felice e dedicato a Olivier Messiaen. Un gruppo dell’Eutopia Ensemble (Corinna Canzian, violino Marco Dell’Acqua, violoncello Yoshua Fortunato, clarinetto e Valentina Messa pianoforte) eseguirà Quatuor pour la fin de Temps, appunto del grande compositore francese scomparso nel 1992.

L’Eutopia Ensemble, un giovane gruppo strumentale che ormai da anni si dedica alla produzione del Novecento

La musica nei campi di concentramento

Gli ufficiali nazisti erano spesso amanti della buona musica. Normale, dunque, per loro, organizzare nella atroce desolazione dei campi di concentramento serate musicali. Quando fra i prigionieri si individuava un musicista, questo veniva  preso e inserito in un gruppo destinato ad allietare le serate degli ufficiali. Celebre a questo proposito è stata l’orchestra femminile di Auschwitz affidata a Alma Maria Rosè, violinista, nipote del compositore Gustav Mahler. Un gruppo attivo del campo di concentramento per diverso tempo e  quasi interamente sterminato (compresa Alma) prima della fine della guerra.

Gorlitz: Messiaen scrive il Quatuor

Nel maggio 1940 Messiaen fu catturato e rinchiuso nel campo di prigionia di Gorlitz, al confine Sud-Ovest della Polonia.

Lì Messiaen trovò tre colleghi strumentisti e con l’autorizzazione del responsabile del campo, compose prima un trio  per clarinetto, violino e violoncello e poi lo trasformò in quartetto con l’aggiunta del pianoforte.

Il “Quatuor pour la fine de temps” affronta come nodo centrale il problema del tempo. E’ dedicato all’Apocalisse (ovvero alla “fine del tempo” per definizione) e la partitura si apre con una citazione da San Giovanni: “E vidi un angelo, forte, scendere dal cielo, avvolto in una nube; l’arcobaleno era sul suo capo, la sua faccia era come il sole, le sue gambe come colonne di fuoco, […]. Pose il piede destro sul mare, e il sinistro sulla terra, e alzò la mano […] al cielo, e giurò nel nome del vivente per i secoli dei secoli […] dicendo: “Non vi sarà più altro tempo! Nei giorni del suono del settimo angelo si compirà il mistero di Dio […]”.

La struttura

Il Quatuor consta di otto movimenti, ognuno dotato di titolo e introdotto da una breve nota dello stesso Messiaen.

  1. Liturgie de cristal (Liturgia di cristallo): «Tra le tre e le quattro del mattino, il risveglio degli uccelli: un merlo o un usignolo solitario improvvisa un canto, circondato da uno scintillio di suoni, da un alone di trilli che si perdono alti tra gli alberi. Si trasponga tutto ciò su un piano religioso ed ecco che si ottiene l’armonioso silenzio del Paradiso».
  2. Vocalise, pour l’Ange qui annonce la fin du Temps (Vocalizzo per l’Angelo che annuncia la fine del Tempo): «La prima e la terza sezione (molto brevi) evocano la forza del possente angelo, incoronato da un arcobaleno e vestito di nubi, che posa un piede sul mare ed un piede sulla terra. Nella sezione centrale ci sono le impalpabili armonie celesti. Al piano dolci cascate di accordi blu-arancio, che abbelliscono con la loro sonorità distante la melopea quasi da canto piano del violino e del violoncello».
  3. Abîme des Oiseaux (Abisso degli uccelli): «Clarinetto solo. L’Abisso è il tempo, con le sue tristezze, i suoi scoramenti. L’uccello è il contrario del Tempo; è il nostro desiderio di luce, di altezze, di arcobaleni, di canti gioiosi!»
  4. Intermède (Intermezzo): «Scherzo, di carattere più superficiale degli altri movimenti, cio-nonostante ricollegato a questi da certe reminiscenze melodiche».
  5. Louange à l’Éternité de Jésus (Lode all’Eternità di Gesù): «Qui Gesù è inteso soprattutto come il Verbo. Una grande frase, infinitamente lenta, di violoncello, magnifica con amore e riverenza l’eternità di questo Verbo dolce e potente, “che gli anni non possono consumare”. Maestosamente la melodia s’appiana, in una sorta di lontananza tenera e somma. “In principio era il Verbo, e il Verbo era in Dio, e il Verbo era Dio”».
  6. Danse de la fureur, pour les sept trompettes (Danza furiosa per le sette trombe): «Ritmicamente, il brano più caratteristico della serie. I quattro strumenti, all’unisono, rievocano le sonorità di gong e trombe (le prime sei trombe dell’Apocalisse latrici di diverse catastrofi, la tromba del settimo angelo annuncia la consumazione del mistero di Dio). Impiego del valore aggiunto, di ritmi aumentati o diminuiti, di ritmi non retrogradabili. Musica di pietra, formidabile granito sonoro; irresistibile movimento d’acciaio, d’enormi massi di furia porpora, d’ebbrezza glaciale. Ascoltate soprattutto il terribile fortissimo del tema per aumentazione e il cambiamento di registro delle sue varie note, verso la fine del pezzo».
  7. Fouillis d’arcs-en-ciel, pour l’Ange qui annonce la fin du Temps (Vortice d’arcobaleni per l’Angelo che annuncia la fine del Tempo): «Si rinvengono qui certi passaggi del secondo movimento. Appare l’Angelo pieno di forza, e soprattutto l’arcobaleno che lo incorona (l’arcobaleno, simbolo di pace, di saggezza, di tutte le vibrazioni luminose e sonore). – Durante i miei sogni, sento e vedo accordi e melodie conosciute, colori e forme note; poi, dopo questa fase transitoria, passo all’irreale ed esperisco con estasi un vortice, una compenetrazione circolare di suoni e colori sovrumani. Queste lame di fuoco, queste colate di magma blu-arancio, queste stelle improvvise: ecco lo scompiglio, ecco l’arcobaleno!»
  8. Louange à l’Immortalité de Jésus (Lode all’Immortalità di Gesù): «Lungo solo di violino, funge da contraltare al solo di violoncello del quinto movimento. Perché questa seconda Lode? Perché s’adatta più precisamente al secondo aspetto di Gesù, al Gesù uomo, al Verbo fatto carne, che resuscita immortale per comunicarci la sua via. Ed è tutto amore. Il suo lento salire verso il picco, rappresenta l’ascesa dell’uomo verso Dio, del Figlio verso il Padre, della creatura divinizzata verso il Paradiso».

Il terzo movimento è un solo di clarinetto, nel quarto non suona il pianoforte, il quinto è eseguito solo da pianoforte e violoncello, l’ottavo solo da pianoforte e violino. Il tema centrale, la fine del tempo, implicò per Messiaen, una ricerca particolare sul ritmo che avrebbe poi caratterizzato anche altre opere del musicista francese. Lo stesso Messiaen ha parlato di ritmi “non retrogradabili” ovvero costruiti secondo schemi simmetrici per cui risultino identici sia in un senso che nell’altro annullando il decorso temporale. Una tecnica le cui radici affondano nell’isoritmia trecentesca di Guillaume de Machaut