Ieri pomeriggio si è tenuto il penultimo concerto del festival “Le vie del Barocco”, presso le Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola. Protagonista una giovane e talentuosa pianista, Claudia Vento, che propone un programma che va da Bach e Scarlatti a Beethoven e Liszt.
L’artista ha 16 anni, ha vinto numerosi premi in concorsi nazionali e internazionali e da quest’anno è iscritta al triennio presso il Conservatorio N. Paganini di Genova. Entra in sala dopo che l’organizzatore del concerto la presenta e avvisa il pubblico di un recente problema occorsole ad uno degli arti, problema che include anche la mano. Nonostante questo però il concerto inizia.
La Vento prima di suonare fa una breve presentazione di ogni pezzo, solo qualche parola sul brano che sta per eseguire che però la avvicinano al pubblico, il quale apprezza molto la naturalezza e la spontaneità di queste presentazioni a loro dedicate. Le esecuzioni dei Preludi e Fuga n.2 e n.21 di Bach iniziano in maniera un po’ rigida e a volte il tocco dei tasti non è quello che la pianista cercava, in poco tempo però il tocco della Vento recupera la sua leggerezza e le diverse voci tematiche di Bach riescono a uscire tutte molto precise e limpide. Anche le esecuzioni di Scarlatti si realizzano attraverso belle dinamiche e fraseggi ma soprattutto nei fraseggi si nota anche la giovane età della ragazza che a volte è troppo frettolosa nella chiusura delle frasi e poco chiara nelle ripartenze dei temi, cosa che notiamo anche in Beethoven. L’esecuzione della Sonata op.31 n.3 in mi b maggiore è comunque molto piacevole. Le dinamiche sono molto curate ed efficaci, soprattutto quelle realizzate dalla mano sinistra, che fa uscire tutta la bellezza delle note più gravi del pianoforte, e alcuni passaggi melodici, soprattutto del Minuetto, sono eseguiti in maniera molto elegante, tanto da rendere giustizia ai magnifici temi scritti da Beethoven. Poco prima della fine della Sonata notiamo un’esitazione che però non ferma l’artista che porta a termine, probabilmente molto dolorante, il pezzo. Per rientrare in scena ci vuole qualche minuto, qualche minuto in cui abbiamo il tempo di osservare la magnifica sala affrescata in cui ci troviamo e che sarà il motivo per cui, finito il concerto, resteremo all’interno di Palazzo Spinola per visitare le altre sue numerose e splendide sale.
Al rientro la Vento si scusa per l’esitazione e conferma il fatto di aver avuto una grande fitta di dolore al braccio, viene accolta e consolata dall’applauso di un pubblico che le resta vicino e che lei stessa ha incantato e appassionato attraverso le sue belle esecuzioni. Mentre inizia la Ballata n.2 in si minore di Liszt, prima di cui ci viene raccontato brevemente il mito di Ero e Leandro, amanti separati dalle famiglie e dal mare, a cui si ispira l’opera, ci chiediamo però quanto sia giusto per un’artista, una musicista, esibirsi nonostante un problema fisiologico che chiaramente può inficiare la sua esibizione. Nonostante infatti anche l’esibizione di Liszt sia esemplare e la Vento riesca a trasportarci nelle atmosfere a tratti angosciate e agitate e a tratti dolci e sognanti della ballata, sappiamo che in alcuni momenti del concerto avrebbe potuto e voluto dare di più. Questo perché abbiamo sentito quanto la capacità di rendere i temi di questi grandi compositori e di valorizzarne le armonie sia presente in questo giovane talento del pianoforte e crediamo che a volte disdire un concerto, nonostante questo crei indubbiamente disagi sotto diversi punti di vista, o rinviarlo, possa essere una scelta preferibile a quella di chiedere all’artista di esibirsi comunque. In ogni caso la bravura di questa giovane ragazza non è assolutamente da mettere in discussione e speriamo di risentirla presto, guarita e serena, in altre occasioni.