Carlo Felice, vele spiegate per il debutto di Francesco Meli nel Corsaro

Una ventata di novità al Teatro Carlo Felice di Genova con il Corsaro di Verdi, opera rara in ogni tabellone (a Genova si ricorda solo l’allestimento del 2005) e non così apprezzata dal pubblico e dalla critica a partire dalla prima rappresentazione a Trieste al Teatro Grande del 25 ottobre 1848 con Marianna Barbieri, Carolina Rapazzini, Gaetano Fraschini, Achille de Bassini, Giovanni Volpini e Giovanni Petrovich. Nomi rimasti nella storia per un melodramma tragico in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave con dichiarata filiazione dal poema di George Byron. Proprio di Byron si ravvede la passione della narrazione per immagine della lotta per la libertà dei greci contro i turchi. Protagonista del melodramma è Corrado (Francesco Meli), corsaro in esilio in un’isola dell’Egeo insieme all’amata Medora (Irina Lungu), che per riottenere la libertà attacca a sorpresa Seid (Mario Cassi), pascià di Corone.

L’orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova ben incarna luci e ombre del Corsaro, dalle arie intrise di lirismo come la “Non so le tetre immagini” , resa con cura, sino a passaggi di grande profondità e disperazione. Qualche ombra in “Egli no riede ancora” di Medora, forse un po statica e non convincente in tutto, mentre il debutto di Meli nel ruolo conquista per interpretazione e per voce. Interessante, nel corso della rappresentazione, prestare orecchio a quei passaggi che fanno presagire le opere successive e nuovi stilemi, non a caso forieri di una nuova stagione del melodramma.
Ineccepibile la direzione di Renato Palumbo, perfetta la regia di Lamberto Puggelli, coerenti le scene di Marco Capuana sul ponte di un galeone e i costumi di Vera Marzot, mentre le luci di Maurizio Montobbio evidenziano momenti clou come il duetto tra Corrado e un’ottima Gulnara (Olga Maslova) oppure l’aria di Seid. Di impatto l’utilizzo delle vele per sottolineare la dinamicità dell’azione o per darne una dimensione intima o lasciva come nell’alcova del pascià Seid.

Positivo, in generale, l’allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice in coproduzione col Teatro Regio di Parma. Calorosi applausi, come da copione, per il tenore genovese Francesco Meli, che incarna il corsaro dalla fede e amore incrollabili. Struggente la scena in cui Corrado incontra Medora in fin di vita, a cui fa seguito il suo abbandono tra i flutti del mare. Buono il cast tra arie, concertati, cabalette: Mario Cassi (Seid), Olga Maslova (Gulnara), Saverio Fiore (Selimo), Adriano Gramigni (Giovanni), Emilio Cesar Leonelli (un eunuco), Matteo Michi (uno schiavo). In generale Il Corsaro veleggia indenne fuori dalla “maledizione” della storia, riabilitato in questa rappresentazione per dignità di scrittura e di interpretazione.

 

Personaggi e interpreti
Corrado
Francesco Meli
Medora
Irina Lungu
Seid
Mario Cassi
Gulnara
Olga Maslova
Selimo
Saverio Fiore
Giovanni
Adriano Gramigni
Un eunuco
Emilio Cesar Leonelli
Uno schiavo
Matteo Michi
Regia
Lamberto Puggelli
Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice
Maestro del coro Claudio Marino Moretti