Sanguineti, il volto del Poeta

«Per me è più facile discutere di problemi di poetica con un pittore o con un musicista, che con un letterato della precedente generazione e, nella maggior parte dei casi, anche della mia». Lo sosteneva Edoardo Sanguineti, poeta, drammaturgo, traduttore, librettista, docente universitario, politico, tra gli intellettuali più aperti e “curiosi” della sua generazione.

Genovese, nato nel 1930, morto nel 2010, Sanguineti ha costituito una “presenza” fondamentale nella cultura del nostro tempo, collaborando con artisti di formazione e di età diverse, affascinato costantemente dalla prospettiva di sperimentare nella letteratura come nella musica e nell’arte.

A lui  è dedicata una interessante mostra dal titolo Edoardo Sanguineti, il volto del Poeta che sarà inaugurata il 7 dicembre prossimo negli spazi della Wunderkammer della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. La mostra è curata da Clara Allasia e Federico Sanguineti, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Umanistici e con il Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti.

Valeria Manari – Senza titolo (testa di Sanguineti in cartapesta)

 

Il percorso in mostra si propone di ricostruire, attraverso una selezione di opere della ricca collezione privata di Casa Sanguineti, i duraturi legami d’amicizia e le fertili collaborazioni del poeta e intellettuale con alcuni tra i più celebri artisti a lui contemporanei. Il rapporto si rivela pienamente solo guardando anche alle molte pagine che Sanguineti ha dedicato al mondo dell’arte: tra le immagini e la parola letteraria esiste per l’autore una relazione profonda, che svela, appunto, il Volto del poeta.

Per Sanguineti «la storicità della lingua, per la sua concettualità stessa, comporta consapevolezza. […] Oggi, se può esistere una pittura selvaggia e forse anche una musica selvaggia, una scrittura selvaggia non si può dare». Se talvolta è l’arte a trarre ispirazione dai suoi versi e dalle sue prose, in altri casi è lo scrittore a dedicare poesie e pagine critiche agli amici artisti. E ancora, se la firma del poeta spesso appare in calce alle presentazioni dei cataloghi di mostre ed esposizioni, in altri casi sono gli artisti a illustrare le sue raccolte poetiche, a conferma di un fitto dialogo intermediale e di un incessante sperimentalismo che rappresentano le caratteristiche fondanti della ricerca sanguinetiana.

Questo percorso offre una riflessione sull’estrema duttilità della parola che può entrare in contatto con media diversi ma resta l’elemento fondamentale per convocare la storia, la cultura e soprattutto l’arte nella realtà che ci circonda.

In mostra più di 40 opere eseguite, tra gli altri, da Emilio Vedova, Enrico Baj, Pietro Cascella, Ugo Nespolo, Carol Rama, Lele Luzzati, Valeria Magari, ciascuna affiancata da un testo di Sanguineti che evoca lo stretto rapporto di amicizia e il sentimento fraterno con gli artisti. Si tratta di frammenti di saggi, poesie, sonetti ma anche curiosi e divertenti giochi di parole costruiti sui nomi degli artisti.

Lele Luzzati – Il gatto lupesco