Serata per soli archi, ieri al Carlo Felice, nell’ambito della stagione sinfonica del teatro. L’idea del programma affidato alla bacchetta di Renato Palumbo (a Genova in questi giorni per dirigere I due Foscari) è nata quando c’era ancora l’emergenza covid e la necessità di non concentrare troppi artisti sul palcoscenico.
Funzionale, allora, piacevole oggi per la scelta di tre partiture interessanti pur nella loro diversità.
Palumbo ha proposto in apertura Due melodie elegiache di Grieg. Il compositore norvegese vanta una ricca produzione liederistica e le due melodie sono appunto tratte da due liriche vocali. Melodismo intenso che Palumbo ha restituito con eleganza ed intensità espressiva, ben assecondato dagli archi della nostra orchestra.
Poi la Serenata di Ermanno Wolf-Ferrari, compositore appartenente a quella schiera di artisti italiani oggi quasi del tutto dimenticati dai cartelloni lirici e sinfonici. Wolf-Ferrari vanta un bel repertorio operistico in buona parte dedicato alla sua Venezia goldoniana, ma ha al suo arco anche qualche partitura orchestrale. Fra queste la citata Serenata opera spigliata, ben orchestrata con un raffinato Andante centrale.
Scorrevole l’esecuzione offerta da Palumbo che ha infine affrontato il brano più famoso del programma, la Serenata di Dvorak. Partitura ricca di slanci, di lirismo intenso, di brio che Palumbo ha diretto con impeto e verve.
Applausi finali.