Spesso i giornalisti pensano di raccontare il mondo. Di fronte ai fatti, dai più incredibili ai più piccoli, cercano il modo migliore per veicolare la notizia con continenza e obiettività. Un artista fa lo stesso, ma questa realtà la “scortica”, arriva alla storia, all’essenza, stabilisce contatti con le parti più intime e più emozionali. Carica la realtà di qualcosa di più importante. Dalla cronaca alla storia, a tutto quell’insieme di radici e di sentimenti che rimane scolpito indelebilmente proprio perché tocca l’anima, si arriva a qualcosa di più grande di noi. Lo stupore poi si moltiplica dopo il lockdown: se gli attori non erano più abituati a calcare le scene, gli spettatori sono ancora più coinvolti. E’ la voglia di rifarsi del tempo rubato del covid.
“Quest’estate ho 52 date in due mesi; è incredibile” commenta Petruzzelli ” e ne mancano altre per settembre”. Tutto esaurito, ogni sera il solito copione, seppure coi posti limitati per la prevenzione al coronavirus. Le direttrici sono diverse: penso tra tutte a “Vita nei boschi” a Bergamo, Milano e così via sino al Chiostro di San Matteo a Genova per il Festival in una notte d’estate 2021 venerdì 30 luglio, dal taglio ora profondo, ora ironico.
“Alla luce del dibattito aperto sulla salvaguardia dell’ambiente -spiega Petruzzelli- e sulla sostenibilità dei processi produttivi, si tratta di un testo di grande attualità, ispirato al romanzo “Walden, ovvero vita nei boschi” di Henry Thoreau”. La produzione è del Teatro Ipotesi.
Però per tutti ormai estate è sinonimo anche di Liguria delle Arti, di quelle connessioni tra la sapienza popolare e l’arte più elitaria che sono piena espressione di un luogo e lì trovano la loro determinazione. “Non potrebbe essere altrimenti, siamo una continua risposta agli stimoli, al background e la nostra terra rivela continue scoperte. Ecco perché ciascun luogo è una dimensione particolare e merita un racconto diverso, un impegno particolare. Ogni sera è una prima” commenta Petruzzelli senza nascondere il grande lavoro di ricerca che sta dietro ad ogni singolo spettacolo.
Tra i più attesi domenica 11 luglio alle 21 a Levanto, sul Sagrato della Chiesa della Santissima Annunziata, una tavola dipinta, “San Giorgio uccide il drago” farà (ri)scoprire Pier Francesco Sacchi, “un pittore fondamentale -continua Petruzzelli- del Rinascimento italiano che dalla Lombardia venne a lavorare in Liguria per oltre 20 anni all’inizio del 1500, lasciando in eredità alla nostra regione altri capolavori come “Vergine con bambino” al Museo Diocesano di Genova e una “Deposizione della croce” nel quartiere di Multedo (GE)”. Altre sue opere si trovano al Louvre
di Parigi, alla National Gallery di Londra, alla Gemäldegalerie di Berlino, come ci conferma lo storico dell’arte
Giacomo Montanari che illustra nei dettagli il quadro dedicato all’eroica impresa di San Giorgio. Con i versi
di Montale come spirito guida, Pino Petruzzelli leggerà anche pagine di Maurizio Maggiani, di Simone Perotti
ed attinge dalla profonda saggezza di un autore come il ligure Giovanni Boine. “Non utilizziamo brani strettamente connessi con l’opera d’arte esaminata, non è questo il nostro spirito. L’idea è più complessa: racconta l’habitat, le interconnessioni tra le arti, l’essere figli del proprio tempo, di generazioni e generazioni che su una terra hanno lavorato, faticato, fatto immensi sacrifici” ed ogni location si dimostra fonte inesauribile di nuova conoscenza o di approfondimenti. Alla colonna sonora pensa il Conservatorio Puccini della Spezia con un insolito quanto eccellente quartetto di clarinetti impegnato nell’esecuzione di Gabriel Fauré, George Gerswhin, Wolfgang Amadeus Mozart e Gordon Jacob. L’evento inizia alle 21, l’ingresso è gratuito con prenotazione allo 0187.808125 (IAT Levanto) tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 15,15 alle 17,45 – domenica dalle 9 alle 12.30.
C’è un’anticipazione che non si trova ancora in rete, ma che va segnata sul calendario. “A breve, l’11 agosto – conclude Petruzzelli- presentiamo un documentario che ho realizzato alla Pinacoteca di Voltaggio , la seconda del Piemonte dove la maggioranza delle opere è dedicata a San Francesco, cui ho unito pagine di Hesse. Il documentario resterà in loco a disposizione dei visitatori”. Un’occasione visceralmente spirituale, tra opere databili tra il XV e il XVIII secolo di autori liguri, piemontesi e lombardi quali Luca Cambiaso, Domenico Fiasella, Sinibaldo Scorza, Bernardo Strozzi, Agostino Bombelli, Paolo Pagani.