“Siamo stati tra i primi a riaprire. Sinceramente ero pessimista. Pensavo che la gente impaurita dalla situazione non sarebbe uscita di casa. E invece è andato tutto benissimo da subito”. Luca Bizzarri, presidente della Fondazione Palazzo Ducale, fa il punto sulla situazione post lockdown e mostra una certa soddisfazione: “La mostra di Banksy è andata benissimo e così pure Monet, ancora in corso. Naturalmente ragionando sui numeri che possiamo permetterci in questa fase di accesso contingentato. Tanto che stavamo meditando sulla possibilità di spostare in avanti Obay e invece a questo punto l’abbiamo confermata per luglio”
-Lei è in carica dall’ottobre 2017. Un bilancio di questo triennio?
“Non è facile. Dovrei parlare di una fase pre-Bertolucci e di una fase Bertolucci. Quando sono arrivato ci ho messo naturalmente un po’ di tempo per capire i meccanismi. Era una struttura che funzionava nello stesso modo da anni ed entrarci non è stato facile. Con l’arrivo di Serena tutto è cambiato. Intanto lei è una straordinaria professionista. E abbiamo instaurato un rapporto molto schietto, aperto, ci diciamo sempre quel che pensiamo. Ad esempio se propongo un progetto lei mi dice sì o no; se me lo propone lei, io debbo dire sì….
-Nei giorni scorsi è corsa voce di qualche dissapore fra Lei e il Comune…
“No, il Comune ha tutto il diritto di voler sapere cosa succede a Palazzo Ducale e verificare che i soldi vengano spesi in maniera corretta. Quello che deve essere chiaro è che Palazzo Ducale non nasce solo per fare mostre; la sua missione è regalare alla comunità eventi culturali. Prendiamo la mostra su Paganini. Sappiamo che non è andata particolarmente bene. Ma andava fatta perché comunque ha messo in primo piano una figura fondamentale della nostra storia e ne ha fatto parlare in giro per il mondo. Quando si tratta di cultura è pericoloso ridurre il tutto a numeri. Io sostengo che i soldi alla cultura dovrebbe darli il Ministero della salute perché l’arte, la musica, il teatro sono fonte di benessere per tutti”.
-Siamo usciti dal lockdown, sta ripartendo tutto, ma a Genova siamo pressoché isolati per la questione autostrade. Quanto incide sulla cultura l’essere tagliati dal resto del mondo?
“E’ una situazione gravissima che viene dopo la tragedia del Ponte. Torniamo a Paganini. La nostra mostra inaugurò otto settimane dopo il crollo del Morandi. Come era possibile sperare nell’arrivo di visitatori in massa da fuori? E qualcosa del genere sta accadendo anche oggi. Altri tre week end così e a Genova non viene più nessuno. Penso che il compito prioritario della politica sia oggi quello di rimettere in moto la macchina. Siamo naturalmente contenti di avere il ponte nuovo, anche se tutti noi avremmo preferito che fosse rimasto in piedi quello vecchio. Il rischio, però, è che intorno al ponte non ci sia più nulla….”
-Veniamo al Bizzarri attore e presentatore. Programma calcistico fermo…
“Sì riprendiamo in autunno con il campionato nuovo., Ora non sarebbe stato possibile, ci sono troppe partite serali, la domenica non c’è nulla. A settembre dovremmo girare un film che avremmo dovuto realizzare già in primavera. E nelle prossime settimane porteremo a termine per Mediaset e Amazon una serie TV. Sono molto curioso di capire come potremo girare. Mi aspettano alcune scene, diciamo così, un poco focose. Come farò con l’obbligo del distanziamento sociale?