Il calamaro gigante, storie di avventura e di coraggio quotidiano (anche da divorziati) con Fabio Genovesi

Fabio Genovesi racconta la vera storia de “Il calamaro gigante” per Narratori Feltrinelli e di chi lo ha cercato a dispetto di tutto, insieme a mille altre storie che come tentacoli si stendono dall’oceano a casa nostra, proprio come si usa oggi da un piano temporale all’altro, dalle vicende del cuore alle leggende sino alla storia con la “s” maiuscola. 

Ebbene, cosa impariamo da una lista smisurata di gente nobile e potente oltre al più classico del nozionismo? Poco, nulla, abbastanza? In questo volume la risposta c’è e trionfano, alla guisa di piccoli cammei, le storie, “che sono diverse, e tante, e tanto più intense e importanti di qualsiasi battaglia o armistizio o quelle cose lì che il cervello registra a eterna memoria e dopo cinque minuti le ha scordate già”.  Le storie sono tutto, ripete il vescovo Erik Pontoppidan, scomodato dal Settecento con la sua penna. Se poi si solleticano la fantasia e il sogno il gioco è fatto.

In media passiamo sei anni della vita a sognare, qui il tempo si dilata a dismisura, a partire dalla trasfigurazione dell’aurora boreale sino ai temibili mostri che popolerebbero quel mare di cui conosciamo spesso solo “La pelle salata e luccicante” che vediamo placidamente dalla nostra spiaggia abituale o a riva.

Ad esempio le balene, clamorose per grandezza, le loligini che galoppano tra le onde, il plesiosauro che ogni tanto fa capolino tra le acque di Lochnessm , il celecanto che viveva al tempo dei dinosauri e insieme a loro, non si può definire estinto.

Molti ad esempio non conoscono la leggenda del calamaro gigante, che tanti esploratori e visionari ha suggestionato. Passano in rassegna il sacerdote  Francesco Negri, che nel 1663 a quarant’anni compiuti parte da Ravenna per la Scandinavia misteriosa, o  il capitano Bouyer dell’Alecton che  ispirerà Jules Verne per Ventimila leghe sotto i mari,  sino al malacologo Pierre Denys de Montfort e alla figura femminile che più affascina, quella di Mary Anning,  una vita dedicata ai fossili e alla scoperte, prima sulle orme del padre, poi aiutata dal fratello e quindi solo dal cagnolino Tray in imprese se non folli smisuratamente pericolose, che hanno velocizzato il treno inarrestabile della scienza.

Cosa ci azzecchi poi a un certo punto Babbo Natale colpito da una spranga o perché davvero i bambini “nascano” in gelateria o come si viva da felici divorziati (o entrambe le cose) è una storia nella storia, quella che si fa intravedere all’inizio sul coraggio di abbandonare la parola “ormai” e buttarsi “dritti, ovunque ci portino i venti e le correnti e le passioni, tutto quello che per fortuna è più grande e più forte di quel che vogliamo noi”.