Un tempo si parlava di “bombe intelligenti”, capaci cioè di centrare particolari obbiettivi risparmiando vittime innocenti. In realtà l’intelligenza non è delle bombe, ma di chi le manovra. E la tragedia ukraina evidenzia sempre più la ferocia e la insensatezza di chi persegue l’unico obbiettivo di annientare un popolo. Così cadono ospedali, scuole, teatri, luoghi che con gli apparati militari o politici non hanno nulla da spartire. Nei giorni scorsi è stato bombardato il Teatro di Kharkiv. E solo tre mesi fa, il 13 dicembre, l’Orchestra Sinfonica di quella città si era esibita al Carlo Felice, ospite della Giovine Orchestra Genovese.
In qualità di solista aveva partecipato al concerto la violinista italiana Anna Tifu: “L’Ucraina è un paese con una tradizione musicale grandissima, basta nominare il conservatorio di Odessa che ha prodotto artisti di livello mondiale e dove, anche oggi, musicisti da tutto il mondo vanno a studiare – ha dichiarato Anna Tifu – Esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà per il popolo ucraino e per i fantastici musicisti dell’orchestra di Kharkiv: ho avuto un bellissimo feeling con i musicisti dell’orchestra con i quali ho mantenuto uno splendido rapporto, artisti e persone meravigliose. Piange il cuore vedere questo meraviglioso paese distrutto, famiglie dilaniate e bambini che vengono sottoposti a sofferenze inimmaginabili. Le mie preghiere e i miei pensieri vanno a tutto il popolo ucraino, prego e spero per la pace”.
Domani sera (ore 20,30), Rai Radio 3 trasmetterà quel concerto, l’ultimo della tournée tenuta in dicembre dal complesso ukraino.
Gibboni & Dalia
Ad annunciare l’evento Rai è stato ieri sera il presidente della GOG Nicola Costa, prima del consueto appuntamento settimanale della Giovine Orchestra Genovese che ha ospitato un altro grande talento del violinismo italiano, Giuseppe Gibboni, fresco trionfatore del Premio Paganini, presentatosi in duo con la chitarrista Carlotta Dalia. I due formano da tempo un affiatato duo nella vita come nell’arte. Tecnicamente straordinari entrambi, nonostante la giovanissima età (21 lui, 23 lei) mostrano una maturità interpretativa eccellente: facile, dunque, immaginare per entrambi una grande carriera.
L’incredibile bagaglio tecnico di Gibboni è risaltato appieno nelle Variazioni paganiniane sull’inno inglese God save the king: è davvero raro ascoltare questo brano in concerto, trattandosi di una delle pagine più difficoltose del già difficoltoso repertorio del Genovese. Scalette, trilli, incredibili prolungati pizzicati con la mano sinistra, ogni tipo di colpo d’arco: Gibboni ha risolto il tutto con un piglio da grande virtuoso.
Anche Carlotta Dalia, del resto, ha evidenziato nelle pagine solistiche qualità di spicco: nel bellissimo Capriccio “XVIII” di Castelnuovo-Tedesco ha mostrato una eccellente eleganza espositiva, un suono morbido e pieno, un gusto espressivo di prim’ordine, nel successivo Carnevale di Venezia di Tarrega da Paganini ha esibito il suo completo bagaglio tecnico.
E poi il “duo” a partire dalla iniziale Sonata concertata di Paganini per chitarra e violino che mostra la chitarra per una volta non in posizione subalterna all’arco, ma almeno paritetica: un vero duo risolto con perfetto affiatamento e buon gusto espressivo. Poi un coinvolgente Piazzolla e infine una brillante e personale rilettura del Rondò dal secondo Concerto di Paganini La campanella.
Applausi entusiastici e il poetico Cantabile in re maggiore di Paganini come bis.