La scomparsa di Antonio Plotino

Un grave lutto ha colpito nei giorni scorsi l’ambiente musicale non solo genovese. E’ morto Antonio Plotino, grande protagonista della vita culturale cittadina fra gli anni Settanta e Ottanta, padre del violinista Giulio, finalista, pochi anni fa del Premio Paganini.

Flautista di grande professionalità, si era diplomato a Ferrara sotto la guida di Paolo Varetti per perfezionarsi poi a Monaco di Baviera a e a Zurigo. Aveva seguito inoltre i corsi  di Direzione d’Orchestra di Franco Ferrara all’Accademia Chigiana di Siena ed era stato allievo di Igor Markevich a Monaco di Montecarlo. Per oltre trent’anni è stato primo flauto nell’Orchestra del Carlo Felice. Negli anni Settanta ha fondato e diretto per anni l’Orchestra da Camera di Genova – Studio per la Nuova Musica. Erano anni, quelli, di particolare vivacità sul piano musicale. Nello stesso periodo Nevio Zanardi dava vita ai “Cameristi”, mentre in Riviera, Aldo Faldi costituiva “I Concertanti”. Gruppi strumentali che non solo offrivano stagioni musicali interessanti, ma fungevano spesso da banco di prova per giovani strumentisti neodiplomati che si affacciavano alla professione.

Plotino, pur affrontando un repertorio alquanto ampio, puntò soprattutto sulla produzione del Novecento, storico, ma anche contemporaneo.

Agli inizi degli anni Ottanta si fece anche promotore di un rilancio del Teatro Modena, allora abbandonato a se stesso e in progressiva decadenza.

“L’Orchestra da Camera di Genova – ha scritto Mauro Balma nel suo libro “Genova Novecento” – apriva i suoi anni Ottanta con una panoramica sulla musica americana (Ives, Varèse, Cage, Feldman; teatro Duse, maggio 1980), la prima parte del Pierrot lunaire (salone di Palazzo Ducale), musiche di Luciano Berio con Cathy Perberian in una sorta di pre-inaugurazione del bellissimo spazio museale di Sant’Agostino allora (maggio 1981) in fase di rifinitura, Luigi Nono (Canciones  a Guiomar) nello spazio all’aperto acusticamente felice di Villa Imperiale e del suo festival estivo. La partecipazione alle diverse edizioni di Musicanovecento s’intreccia con l’esecuzione (e la registrazione) di due inediti paganiniani: Niccolò Paganini a Mr. Henry (MS 65) e Le Couvent du Mont Saint Bernards (MS 67)….”.

La copertina del disco Dynamic dedicato a Paganini

Un’attività, insomma, frenetica che ha permesso ai genovesi di conoscere molto del repertorio del Novecento fino ad allora mai eseguito nella nostra città.

Personalmente ricordo Antonio Plotino ai tempi degli studi in Conservatorio: un musicista pieno di interessi, un uomo entusiasta del proprio lavoro, sincero, onesto, con una forte carica comunicativa: quella carica che gli consentiva di coinvolgere musicisti, danzatori, uomini di cultura in avventure musicali magari complicate soprattutto se pensate per una città come Genova, eppure ricche di significati e “necessarie”.