Standing ovation al Carlo Felice per Notre Dame de Paris

Notre Dame de Paris – l’opera moderna tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo con le musiche originali di Riccardo Cocciante, il libretto di Luc Plamondon  rielaborato in italiano dallo scrittore e poeta Pasquale Panella – è tornata in scena al Carlo Felice di Genova per festeggiare i 20 anni dal suo debutto italiano, il 14 marzo 2002, in una tournée che sta richiamando migliaia di spettatori.

Vent’anni di successi registrati in tutto il mondo tanto da essere tradotta e adattata in nove lingue diverse fra cui il fiammingo, il coreano e il kazako, e applaudita in 20 Paesi per un totale di oltre 13 milioni di spettatori globali.

Grandissima l’attesa per l’evento che ha visto tornare sul palcoscenico il cast originale: Lola Ponce nei panni di Esmeralda, Giò Di Tonno in quelli di Quasimodo, Vittorio Matteucci nelle vesti di Frollo, Leonardo Di Minno in quelle di Clopin, Matteo Setti nel ruolo di Gringoire, Graziano Galatone in quello di Febo e Tania Tuccinardi interprete di Fiordaliso.

La vicenda, ambientata nella Parigi medioevale, è assai nota. Narra dell’amore impossibile che Quasimodo, gobbo deforme della cattedrale parigina, prova per Esmeralda, bellissima zingara. Lei a sua volta è innamorata di Febo, capitano delle guardie del re che è in procinto di sposarsi con Fiordaliso, ricca borghese, mentre Frollo, terribile arcidiacono della cattedrale, spadroneggia sulla città, tormentato da un sentimento di amore e odio per la bella zingara.

Un dramma antico e moderno e forse per questo così amato dal pubblico. Hugo, infatti, scrive il suo romanzo storico nel 1831, scegliendo come protagonista un gobbo, un deforme, e ripeterà questa scelta un anno dopo con Triboulet, in Le roi s’amuse, reso poi celebre da Verdi nel suo Rigoletto.

Al centro della vicenda vi è dunque il tema della diversità contro ogni forma di discriminazione. I diversi, gli oppressi, gli ultimi urlano libertà, sognando un futuro migliore: una lotta che continua ancora oggi per migliaia di persone e che fa sentire folle di spettatori vicine a questa storia.

Per la regia di Gilles Maheu, la spettacolare la messa in scena ha creato un perfetto connubio tra piano visivo e musicale, assicurato da interpreti di grande spessore artistico. Oltre ai protagonisti, a sorprendere il pubblico con le loro evoluzioni è stata una crew di 30 artisti tra ballerini, acrobati e breaker di altissimo livello.

La scenografia di Christian Ratz assai semplice e austera è stata giocata su un fondale rappresentante le mura della cattedrale, sulla quale si aprivano porte su cui volteggiavano i ballerini/climber e in cui si muovevano a tratti strutture mobili, come le spaventose statue di NDP, bancali, transenne metalliche e campane, abilmente usati e manovrati dai ballerini per le loro acrobazie.

Di raffinata bellezza la partitura di Cocciante riesce a coniugare lirismo e aggressività ed è perfettamente funzionale al testo drammaturgico. Eseguita magistralmente dagli interpreti sul palco, a fine spettacolo è stata anche cantata dal pubblico in sala insieme ai cantanti.

Grande standing ovation finale e applausi calorosi dal folto pubblico in sala!