Oblivion: 80’ di assoluto divertimento

Da quando, nel 2009, hanno pubblicato su youtube I promessi sposi in dieci minuti, gli Oblivion, (Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli) si sono imposti  con un successo crescente come un complesso assolutamente unico nel nostro panorama artistico.

I cinque straordinari componenti cantano in maniera impeccabile (il loro riferimento è il Quartetto Cetra e come l’indimenticabile gruppo guidato da Virgilio Savona sanno usare le voci con una duttilità di timbri e di amalgama sorprendente), recitano, dominano la scena con ironia e ammirevole vitalità.

Soprattutto sanno di volta in volta sorprendere con invenzioni nuove.

Lo hanno ampiamente dimostrato ieri sera presentando al  (affollatissimo) il loro nuovo spettacolo Tuttorial – Guida contromano alla contemporaneità con la brillante regia di Giorgio Gallione che ormai da tempo collabora felicemente con loro.

Tuttorial è uno schioppettante viaggio nella contemporaneità (scandito dagli interventi di una Siri gelosa di Alexa) in compagnia di personaggi storici, alle prese con gli strumenti di comunicazione odierni. Così Leonardo e Galilei cercano di sfondare sui social, Verdi fa la pubblicità, Puccini sussurra online Nessun dorma, Meucci  e Bell si contendono il brevetto del telefono, Ungaretti chiede consiglio su come avere successo su Instagram.  Ogni gag è accompagnata da una canzone di successo (da J-Ax a Madama) opportunamente arrangiata e interpretata con ammirevole verve: i cinque artisti suonano e cantano, alternando momenti corali con polifonie anche ricercate a interventi solistici con le altre voci che imitano strumenti d’accompagnamento.

Ai personaggi del passato si affiancano poi figure d’oggi, dal povero rider che consegna pizza e sushij al leone della tastiera che nel chiuso della sua stanza sparge fiele su chiunque, senza dimenticare le disavventure di chi (lo canta Mengoni) deve fare i conti con il montaggio di un mobile Ikea. E, ancora, c’è la gag su Togliatti e la Jotti (riferimento alla coppia più chiacchierata di oggi, Fedez e la Ferragni),  e quella dedicata alla storia della famiglia reale inglese.

Gli Oblivion hanno anche i loro cavalli di battaglia, numeri che tuttavia aggiornano di volta in volta: così è per la canzone interrotta (quattro cantano mentre il quinto batte su un tamburo come se il disco saltasse) o per la proposizione di una stessa canzone in più stili (Brividi cantata in dieci modi differenti) o per la esilarante gag della vocalist e della consonant (ancora Brividi) in cui una delle ragazze intona le vocali, l’altra le consonanti e poi insieme ricostruiscono le parole.

Fra i tanti numeri proposti, infine, merita una sottolineatura il ritorno ai Promessi sposi con uno spirito totalmente diverso: è lo stesso Manzoni che riemerge dal passato, critica la prima rilettura ormai arcaica degli Oblivion e propone di rileggere il suo romanzo secondo lo stile delle moderne fiction. E, dunque, ecco Lucia e Renzo calati ora in Mare fuori ora in Casa di carta o in altre serie di successo dei nostri tempi. Una carrellata accolta dal pubblico con risate a scena aperta e al termine con  autentiche ovazioni. Gli Oblivion si sono  congedati con un raffinatissimo ulteriore viaggio nel rock cantato con trascinante bravura.