Lunedì 14 novembre buona affluenza al Teatro Carlo Felice per il sesto concerto della Stagione GOG 2022/23. Del resto si trattava di un grande ritorno, quello del pianista Emanuele Arciuli dopo 6 anni di assenza dal palco della GOG. Un artista italiano di straordinario talento con un repertorio che, solitamente, spazia da Bach sino alla musica del nostro tempo. Per l’occasione ha presentato un programma completamente dedicato alle 36 Variazioni di Rzewski sul tema “El pueblo unido jamás será vencido”.
Un grande classico del Novecento a sfondo sociale che apre e chiude con lo stesso tema, sostanzialmente invariato, ricordando nella struttura formale incipit e coda delle celebri Variazioni Goldberg di Bach. Arie e cellule tematiche molto note si rincorrono in questo poderoso lavoro simbolo di lotta alla libertà, a partire dalla dittatura di Pinochet in Cile che si estende poi a tutti i regimi del mondo in senso lato. Torniamo dunque al 1975, anno in cui l’americano Frederic Rzewski scrisse le 36 variazioni su invito della pianista Ursula Oppens, prima esecutrice del capolavoro a Washington nel 1976. L’opera divenne un cavallo di battaglia di Rzewski, che la portò come un manifesto musicale, dal valore comprensibile a tutti, a qualsiasi lingua del mondo, nelle principali sale da concerto così come nei college americani vista la portata pedagogica. Si sente anche la sua formazione nella scrittura, in cui ha avuto buona parte Luigi Dallapiccola e il gruppo che ha fondato a Roma con Curran e Teitelbaum “Musica Elettronica Viva”.
La scrittura è altamente scenografica, si arriva a ricomprendere tutto il pianoforte attraverso ogni possibilità di colore e ritmica, dando anche spazio alle licenze poetiche come in parte della 36esima variazione.
“El pueblo unido jamás será vencido” non ha lasciato indifferente il pubblico della GOG, che ha reagito con calorosi applausi così come nei tre bis, tra cui il toccante spiritual Dry Bones.