Festival di Nervi, Misa argentina in “prima assoluta”. Il ricordo di Massimiliano Damerini

Una prima assoluta  in ricordo di Massimiliano Damerini, scomparso a 72 anni, docente di musica da camera al Conservatorio Paganini di Genova, compositore, concertista considerato tra i più rappresentativi della musica contemporanea.  E’ quello che è successo al Festival di Nervi nella serata del 20 luglio con la bacchetta di Fernando Álvarez, il tenore Marcelo Álvarez, l’ Orchestra e il Coro dell’Opera Carlo Felice. In programma la Misa Argentina per tenore, coro e pianoforte di Mariano Speranza, capace di fondere al genere musicale della messa i ritmi, le sonorità e le suggestioni della danza sudamericana per eccellenza: il tango.

Musica tradizionale, testi sacri e profani si intrecciano tramite dissonanze e ritmi sincopati. Ben riconoscibili movimenti classici come Gloria,  Credo, Adoramus. Il tango invece è quello della filosofia del Piazzolla, non a caso uno dei tre bis del tenore Marcelo Álvarez, acclamato a lungo dal pubblico così come il direttore d’orchestra Fernando Álvarez e il pianista Mariano Speranza. “La mia musica -scriveva Piazzolla-  è triste perché il tango è triste. Il tango ha radici tristi e drammatiche, a volte sensuali, conserva un po’ tutto… anche radici religiose. Il tango è triste e drammatico ma mai pessimista”. Ecco così che anche nella Misa Argentina rappresentata a Nervi  coro e tango si uniscono senza snaturare questa danza, semmai caricandola di un’aurea di assoluto.

La Misa Argentina è di fatto un’opera spartiacque  che valorizza il fraseggio e le armonie del tango all’interno della partitura, dove la lingua arcaica restituisce quell’alone di sacralità capace di dare ancora più valore alle differenze. E’ proprio una celebrazione di ritmi, culture e radici territoriali e storiche diverse, che alla fine crea però un prodotto talmente intellegibile da essere riscoperto con facilità e di immediata comprensione. Facile farsi trasportare dalla costruzione sonora e da uno spettacolo tutto di un fiato, di 70 minuti, in cui l’Orchestra si è distinta per grande aderenza a ogni minimo particolare.

Un’occasione unica di sentire dal vivo una architettura sonora così ricca, in cui il direttore Álvarez ha conferito all’insieme al contempo trasporto ed eleganza.  Ricordiamo nei generi musicali paralleli le tante varianti popolari della Messa Cattolica. Basti citare la Messa beat o l’africana Missa Luba o ancora la Misa Criolla di Ramirez … Sul finale un ricordo ricco di gratitudine, sentimento raro di questi tempi, del tenore Marcelo Álvarez: il suo debutto in Italia nel 1995 proprio con il Teatro Carlo Felice di Genova.

 

Invece questa sera, venerdì 21 luglio alle 21.15, sempre al Festival di Nervi, sarà il turno di una tappa dell’Iconic tour del David Garrett trio. Il tour porta in tutta Europa l’album Iconic, pubblicato nel novembre 2022 con Deutsche Grammophon. Iconic è un percorso dedicato ai grandi compositori che hanno esaltato il virtuosismo violinistico, come Bach, Vivaldi, Dvořák, Gluck, Kreisler, Mendelssohn e Schumann. Proprio da loro David Garrett trae ispirazione, rivisitando in chiave personale e con arrangiamenti originali le loro creazioni.

David Garrett ha iniziato a studiare il violino all’età di soli quattro anni, per poi proseguire sotto la guida di Zahkar Bron e Ida Haendel. Il suo straordinario e poliedrico talento è stato individuato precocemente: da bambino prodigio, David Garrett ha debuttato sul palcoscenico all’età di 10 anni ed è diventato il più giovane artista di sempre a firmare con la prestigiosa Deutsche Grammophon all’età di 13 anni. Da bambino ha lavorato con leggende della direzione d’orchestra come Zubin Mehta, Claudio Abbado e Yehudi Menuhin. All’età di soli 15 anni ha registrato tutti i 24 Capricci di Paganini, senza dubbio alcuni dei pezzi più impegnativi mai scritti per violino. Yehudi Menuhin lo ha addirittura elogiato come “il più grande violinista della sua generazione”. Proprio a questo punto della sua carriera, ha scelto di affinare e ampliare le sue capacità, iscrivendosi alla famosissima Juilliard School di New York: è diventato allievo di Itzhak Perlman. Dopo il diploma e fino ad oggi ha lavorato con i più eccezionali direttori d’orchestra in campo classico come Zubin Mehta, Christoph Eschenbach, Riccardo Chailly e Andrés Orozco-Estrada. Suona inoltre con le più illustri orchestre come i Wiener Symphoniker, la London Philharmonic Orchestra, la Filarmonica della Scala, la RAI di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia, l’Orchestra Nazionale Russa e la Filarmonica di Israele.

Il 2023 è l’anno del suo nuovo album di musica classica ICONIC, pubblicato il 4 novembre 2022 da Deutsche Grammophon. Ha raggiunto immediatamente il numero 4 della classifica tedesca degli album Pop-Charts, un successo straordinario per un album di musica classica.