C’est Pas Possible, all’Arca di Marassi l’alba di una nuova Europa nel segno della musica con Eutopia per il Festival le Strade del Suono

Per i 10 anni dalla fondazione, L’ Eutopia Ensemble propone un nuovo progetto, C’est Pas Possible, che riassume in una sola espressione il lavoro svolto e le linee direttrici, le rotte poetiche e le metodologie di un gruppo di lavoro il cui fine è sempre stato quello di mettere in contatto la ricerca musicale d’avanguardia con il tessuto sociale, le intelligenze di un sapere e saper fare specialistico con le competenze di base.
L’appuntamento è sabato 3 dicembre alle ore 21 presso il Teatro dell’Arca del Carcere di Marassi (informazioni e modalità per partecipare con iscrizione obbligatoria entro giovedì 1 dicembre al link https://www.teatronecessariogenova.org/tno-tda/eventi/cest-paspossible/).
“C’Est Pas Possible – spiega il direttore artistico Matteo Manzitti-, è il progetto che vede cominciare la collaborazione tra il gruppo e Bastien David, un giovane e visionario compositore francese già in rapida ascesa nel mondo musicale europeo. La musica di David ha esattamente quella capacità di tenere insieme rigore e meraviglia, sperimentazione e comunicazione, qualità insomma che spesso vengono viste come antitetiche e che anche l’Ensemble ha cercato di tenere insieme nelle sue scelte artistiche”.
Il programma promette di coinvolgere e di stupire. “Il “Piece pour piano et 60 doigts”(pezzo per piano e 60 dita) è un esempio perfetto di questo coraggio ideativo non fine a se stesso – continua Matteo Manzitti- che troveremo anche in un bellissimo brano per Fisarmonica sola, “Perspective d’Un Escalier”. La serata però si aprirà con la musica per violino solo di Morton Feldman (“For Aroon Copland”), musica che esplora sempre una semplicità enigmatica che quindi perfettamente ci conduce vero l’esplorazione di regioni limite del pensiero compositivo, come è ad esempio anche il caso di “Love Story”, composto da Francesco Filidei. “Love Story” scritto per l’Ensemble Intercontemporain, è un breve brano per 7 esecutori e carta igienica che racchiude molte qualità compositive di Filidei ormai globalmente riconosciute: il mestiere, l’ironia, il senso “serio” del gioco. A questi brani si aggiunge un lavoro commissionato appositamente a Vincenzo Parisi e alcuni lavori cameristici di Christophe Bertrande, compositore prematuramente scomparso capace di creare straordinari mondi sonori”.
“C’est pas possible” è quindi un omaggio ai visionari, ai cani sciolti, è uno sberleffo a chi ancora divide ideologicamente il mondo e il mondo della musica.