Levanto, arriva il Quartetto di Cremona

“Quando nel 2000 è nato il quartetto, i componenti, di provenienza diversa, erano tutti allievi dell’Accademia Stauffer: da qui la denominazione di Quartetto di Cremona. Due anni dopo, ci sono stati avvicendamenti, sono rimasti il primo violino Cristiano Gualco e la viola Simone Gramaglia, mentre secondo violino è diventato Paolo Andreoli e io sono stato chiamato al violoncello. Ora siamo tutti genovesi, provenienti dal Conservatorio Paganini. Ma il gruppo aveva cominciato a farsi conoscere e cambiare nome a questo punto sarebbe stato controproducente”. Giovanni Scaglione spiegava così, alcuni anni fa, le ragioni del nome “Quartetto di Cremona” assunto da un complesso formati, in effetti, da “creature” del Conservatorio genovese. Al di là di ogni campanilismo, certo è che il gruppo, a vent’anni dalla sua fondazione, di strada ne ha fatta tanta ed oggi lo si può annoverare fra le formazioni cameristiche più autorevoli a livello internazionale, per le qualità individuali e per un affiatamento straordinario che giustifica ampiamente il successo incontrato ad ogni esibizione.

Il Quartetto (Cristiano Gualco e Paolo Andreoli, violini, Simone Gramaglia, viola, Giovanni Scaglione, violoncello) sarà ospite, domani sera, 16 agosto, a Levanto (Auditorium Ospitalia) del Festival Amfiteatrof.

Il programma, tutto beethoveniano, comprende due opere fondamentali del repertorio cameristico del compositore, il Quartetto op. 59 n.2 dalla serie dei tre Quartetti op. 59 detti “russi” perché dedicati al nobile Razumovski e il tardo Quartetto op. 132 appartenente all’ultima e stupefacente stagione creativa dell’artista.

Un appuntamento, insomma, di sicuro richiamo per la bellezza del programma musicale e la qualità degli artisti.

“Quando abbiamo deciso di lavorare in quartetto – ha spiegato tempo fa Scaglione – è cominciato uno studio davvero duro. Ora possiamo permetterci di stare una settimana senza provare insieme, in una mezza giornata ci si mette a posto. Ma fino a qualche anno fa stare fermi anche solo un giorno era impossibile. Si perdeva subito l’equilibrio sonoro, la compattezza del suono, l’intonazione generale. Suonare in Quartetto, infatti, richiede un sensibile mutamento di mentalità, l’acquisizione del concetto centrale della musica da camera: ogni frase, ogni nota va pensata in funzione di un discorso a quattro”.

L’ingresso al concerto è gratuito su prenotazione.