La ripetitività di una esistenza (la colazione con i cornflakes, il pane fritto, la lettura del giornale, la preparazione del the, la spesa) e poi l’arrivo di due ospiti misteriosi che fanno saltare l’apparente equilibrio, riottenuto, forse, solo alla loro ripartenza. In Il compleanno rappresentato per la prima volta nel 1958, Harold Pinter ha affrontato temi ancora tremendamente attuali come la manipolazione, l’incomunicabilità, l’omologazione, in una struttura narrativa che, segnata da una crescente tensione solo apparentemente venata da un sottile umorismo, rimane “aperta”, non risolve i personaggi, né definisce chiaramente i loro rapporti. Si ha la percezione di un prima misterioso e di un dopo incerto; ma anche il presente, nel passare da un atto all’altro, è carico di incertezze (cosa è successo davvero alla fine della festa?).
A proporre una sua geniale lettura di Il compleanno è stato, ieri sera, al Teatro Duse, il grande regista tedesco Peter Stein tornato a misurarsi con il teatro di Pinter dopo il successo ottenuto nel 2013 al Festival di Spoleto con Ritorno a casa.
«La scrittura di Pinter – ha scritto il regista – è un fuoco d’artificio di trucchi teatrali, anche comici, che accompagnano lo spettatore in una direzione per poi cambiare strada all’ultimo. L’atmosfera di una minaccia continua non smette mai di dominare l’azione, come succede nella nostra vita. E al centro di questo compleanno inquietante c’è la domanda “chi siamo noi?”».

La lettura di Stein (basata sulla versione italiana di Alessandra Serra) coglie perfettamente il senso di mistero e di sospensione voluto dall’autore. L’azione scorre in maniera assolutamente fluida denotando una straordinaria coesione in scena fra gli attori. L’alternanza delle luci e del buio, il fischio affidato in stile antifonale a Stanley e Cann, gli scatti violenti e imprevisti dei due ospiti misteriosi, il gioco erotico che coinvolge consapevolmente prima e inconsapevolmente dopo Lulu: ogni gesto, ogni piccola azione ha la sua ragione in un contesto studiato nei minimi particolari. Un grande affresco di una vicenda banale, comune, sospesa, nella quale ognuno recita una parte, senza probabilmente neppure conoscere il suo vero ruolo.
Bravissimi gli attori, un gruppo ben rodato che da anni lavora con Stein, a cominciare dalla consorte Maddalena Crippa per passare a Alessandro Averone, ottimo Stanley e poi a tutti gli altri: Gianluigi Fogacci, Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli, Emilia Scatigno.
Repliche stasera (ore 20,30) e domani sera (ore 19,30).