Applausi per Gardiner e Zhu

Il pubblico che ieri sera ha affollato il Carlo Felice per il concerto inserito nel cartellone sinfonico, ha avuto la sorpresa di vedere l’Orchestra esibirsi in piedi per buona parte della serata. Artefice di tale scelta il direttore d’orchestra sir John Eliot Gardiner, nome celebrato a livello internazionale che quasi ottantaduenne ha fatto il suo debutto genovese.

Gardiner è ben conosciuto per aver fondato gruppi storici come il “Monteverdi Choir” e per la sua attenzione filologica nell’affrontare le diverse epoche e i diversi autori con una particolare predilezione per il mondo barocco. La richiesta all’orchestra di suonare in piedi le due partiture beethoveniane, ad esempio, corrispondeva a una precisa ricerca del suono che in effetti è parso più brillante e presente rispetto al consueto, anche se si è avvertito qua e là qualche squilibrio fra fiati e archi.

Gardiner ha aperto il programma con l’Ouverture dal Coriolano di Beethoven: una lettura vibrante che ha ottenuto calorosi applausi.

Poi il Concerto in re minore per violino e orchestra di Schumann ha avuto brillante solista Simon Zhu, vincitore dell’ultimo Premio Paganini.

Zhu è violinista di indubbio talento con una solida tecnica che ha evidenziato anche nei bis concessi, il Capriccio n.24 di Paganini e l’Andante dalla Sonata n.2 di Bach.

Il Concerto di Schumann non è un capolavoro; il compositore sembra guardare proprio a Paganini che aveva ascoltato in concerto molti anni prima. In effetti il Concerto ha elementi paganiniani non solo nella parte solistica, ma anche nelle modalità con cui si sviluppa il rapporto fra violino e orchestra. Gardiner e Zhu ne hanno garantito una lettura scorrevole anche se non sempre il rapporto fonico fra solista e strumentale è parso ottimale.

Infine, la Sinfonia n.8 di Beethoven, restituita con brio e vitalità dal direttore accolto da autentiche ovazioni.