C’era davvero poco pubblico ieri sera al Carlo Felice per il consueto appuntamento del lunedì con la Giovine Orchestra Genovese. Il tempo da una parte, l’aumento dei contagi dall’altra, non favoriscono le uscite serali e i teatri faticano a ritrovare il loro pubblico, se non in casi eccezionali (vedi il recital di Sokolov di qualche settimana fa).
Un vero peccato, comunque, la scarsa affluenza di ieri perché il concerto proposto dalla GOG era indubbiamente fra quelli da non perdere, per la qualità degli interpreti e per l’interesse di un programma inconsueto.
Protagonista il Gringolts Quartet dal nome del primo violino Ilya che il pubblico genovese ricorderà straordinario vincitore del Premio Paganini nel 1998. Accanto a lui, gli altri componenti del gruppo, sono Anahit Kurtikyan, violino, Silvia Simionescu, viola e Claudius Herrmann, violoncello. In aggiunta il violoncellista Christian Poltéra. Strumentisti individualmente ineccepibili che hanno dimostrato un affiatamento perfetto.
Programma, si diceva, inconsueto, dedicato a due russi che raramente compaiono nei nostri programmi, Glazunov e Taneev.
Del primo, allievo di Rimski-Korsakov, celebre soprattutto per la produzione sinfonica e ballettistica, si è ascoltato il Quintetto in la maggiore op. 39 che ha nello Scherzo, contrassegnato da un brillante pizzicato il suo momento migliore. Piacevole anche il vivace Finale che rimanda alla tradizione folclorica russa. La lettura da parte dei cinque artisti è stata eccellente per chiarezza espositiva, varietà delle dinamiche, perfetta intonazione.
A seguire il Quintetto in sol maggiore op. 14 di Taneev , articolato in tre soli tempi con un Vivace centrale di pregevole fattura e un movimento finale che propone una serie di variazioni su un tema scorrevole e piacevole. Qui Taneev inserisce anche fugati di complessa articolazione evidenziando un particolare aspetto del suo stile che guarda al contrappunto occidentale di matrice bachiana. Anche in questo caso lodevole la lettura degli strumentisti calorosamente applauditi dai pochi presenti.