The Shining Book, il libro “sacro” per attraversare gli abissi del Metal con Massimo Villa

La sacralità dell’arte è una cosa seria. Lo è anche quando è dissacrante, attraente, non politicamente corretta, cupa, fatta di contrasti. Tanto più se si parla dei Necrodeath, band metal attiva dalla metà degli anni Ottanta, che in modo epocale, almeno da “into the Macabre” ha fatto scuola in tutta Europa e oltre. Più di 35 anni di sperimentazioni thrash, retroscena, aneddoti,  nella biografia appena uscita in tutte le librerie per Arcana Edizioni intitolata “The Shining Book”  a chiare lettere goticamente liquefatte su una copertina misterica dove spunta in centro una sottile lingua biforcuta, tagliente, che mette sull’attenti l’osservatore con una buona dose di ambiguità.

Se poi a scriverne non è il classico giornalista “rumina-musica”, categoria che sa di tutto un po’, ma una firma del genere, Massimo Villa  – che è riuscito negli anni a divulgarla sul web come sul piccolo schermo e che propone sempre le novità alla sala eventi de laFeltrinelli – il gioco diventa kubrickiano, un pervasivo mix al veleno, come quegli amori che non riesci a troncare anche se fanno male. Sentimento metal, avversione e insofferenza, odio a palate, deframmentazioni, inferni vari e su tutto sette peccati. Vale a dire rabbia e potenza, quella del dvd “Hellive” senza trucchi, senza inganni di sorta. Impossibile però non cadere nelle spire dell’eterno femminino, tanto che, per “The 7 Deadly Sins” più di una modella si alternò, finché sulla copertina ci finì Mila Ramos, una pornodiva famosa per gli spettacoli notturni con la colonna sonora “Master of Morphine”.

Non vi portino fuoristrada i dettagli, qui il cuore in gola viene per la musica, per le scelte mai scontate, per quell’hardcore che in pochi oggi percepiscono nelle ossa, schiavi di musiche dozzinali ed edulcorate. Solo alla fine la parte didascalica, ma pur sempre di statura, sui quattro cavalieri dell’Apocalisse: Peso, Pier, GL e Flegias.  Sorprende quella che è più di un’appendice, “Dicono dei Necrodeath” divisa tra i fan e gli addetti ai lavori (giornalisti, discografici e musicisti). Per citarne ad esempio  alcuni dimenticandone altrettanti, se non molti di più: Giulio Bertagna, Jeff Becerra, Tony Dolan, Eric Forrest, Marco Garavelli,  Giorgia Gueglio, Alex Ventriglia…

Ma passiamo la parola all’autore Massimo Villa.  

Da dove nasce l’idea di questo libro?

Conoscendo Peso (il leader della band, Marco Pesenti) da diverso tempo e sapendo benissimo che Genova e la Liguria sono una fucina di band metal eccellenti (e presto ne pubblicherò un’altra), mi sembrava fondamentale colmare un vuoto che non si poteva più trascurare. I Necrodeath rappresentano gli iniziatori di un genere musicale che ha fatto scuola in tutta Europa, dove gruppi ultra noti scandinavi ne hanno attinto a piene mani. Sarebbe stato un peccato non parlarne. I ragazzi si sono prestati per un paio di mesi a parlarmi in streaming e mi hanno raccontato tutta la loro carriera. E’ stato divertente.

Sarà stato anche faticoso, ma di soddisfazione. Qual è il valore aggiunto del tuo libro rispetto ad altre biografie?

Bella domanda. A mio avviso è il bilanciamento fra il racconto dei vari dischi, delle registrazioni, dei tour live e della loro vita, piena di avventure e disavventure insieme. Un libro su una band black metal dove però la narrazione non è assolutamente noiosa, anzi, è piena di aneddoti divertenti. E’ una storia, potrebbe appassionare anche un lettore non esplicitamente fan della formazione o del metal in generale.

Ci sono anche tantissime foto…

Sì, l’intento era mostrare visivamente qualcosa di inedito, e infatti molte immagini sono della loro vita privata, durante i giorni off dei tour, ad esempio. Ci sono anche molte foto dei primissimi tempi e di una marea dei loro pass da concerto. Penso che chi segue la band possa trovare soddisfazione a confrontarsi con queste testimonianze.

Molti artisti si sono espressi in maniera assolutamente positiva sul valore della band e tu li ha riportati in un capitolo dedicato.

Esatto. Alla fine della storia ci sono moltissime testimonianze sia di fan che di addetti ai lavori. Basti citare membri dei Venom, dei Possessed, dei Voivod, tanto per dirne solo alcuni. Ricordiamoci che Phil Anselmo, leader storico dei Pantera, li aveva definiti un gruppo fondamentale.

Un aneddoto che possiamo anticipare ai lettori?

Il primo disco, nel 1987, fu registrato in uno studio a Mulinetti durante la pausa di incisione che si era preso Paolo Conte per Aquaplano. Pensa che il fonico era il mitico Aldo De Scalzi e quando si vide arrivare i Necrodeath per poco non gli prese un colpo. Sembravano proprio degli scappati di casa! Non che lui all’epoca fosse tanto meglio eh… Senza contare che rischiarono di fargli esplodere le casse dello studio…

 

La presentazione di “The Shining Book” di Massimo Villa sui Necrodeath in prima nazionale a Genova il 3 dicembre alle ore 18 presso l’Area archeologica dei Giardini Luzzati (intervengono Giulio Bertagna e Luca Masperone), a seguire Hardlife al Moucca di piazza Dante, ore 21.30.