Un flauto sull’orlo di una crisi di nervi

Rieccomi qui di nuovo rinchiuso tra i banchi di scuola. Sono ormai lontani i bei ricordi in cui in spiaggia sorseggiavo un bel flûte di champagne…e dire che oggi se la passa meglio lui! A me è toccato tornare al lavoro purtroppo e il detto “è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo” calza a pennello. Sì, sono io: il famosissimo e richiestissimo Flauto Dolce. Nel mio ambito lavorativo vado letteralmente a ruba! Penserete: “Che fortuna!” e invece no…è proprio vero che tutto quel che luccica non è oro…In realtà sono così richiesto solo perché mi si trova a prezzi stracciati, peso un’inezia, sono “tascabile” e sono considerato di “facile” utilizzo…Risultato? Ho letteralmente visto e udito cose che voi umani non  potete neanche immaginare! Tralascio i particolari – sono un lord – ma i miei principali usi sono: essere usato con metodi “poco ortodossi” e molto “sperimentali” (attraverso vari orifizi), essere smontato e rimontato a piacere in stile cubista, essere usato come un’arma, essere sfruttato per emettere fischi da stadio…insomma, di tutto e di più eccetto che per suonare. Come se quello fosse facile come si pensa poi… Ok, non sarò un violoncello, ma riuscire a chiudere perfettamente i miei fori e a coordinare le dita in maniera corretta per farmi cantare come si deve, non è poi così scontato… Soprattutto per dei bambini che a volte non si ricordano quale sia la mano destra e quale la sinistra! A volte vorrei poterli aiutare mentre continuano a sollevare l’indice al posto dell’anulare… Ma ahimè, non mi è concesso. E pensare che c’è stato un tempo in cui sono riuscito a emozionare musicisti del calibro di Hector Berlioz. Se voi oggi potete gustare la Sinfonia fantastica è anche grazie a me! Quand’era un ragazzino mi scovò in soffitta e sentendo il mio suono rimase talmente affascinato da voler intraprendere gli studi musicali. Non l’avreste mai detto, eh?! Per non parlare dei tempi in cui calcavo i grandi palcoscenici grazie a compositori quali Vivaldi, Benedetto Marcello e Scarlatti, ero amato da grandi personalità quali re Enrico VIII e il pubblico mi applaudiva e mi acclamava! Altro che le aule sbiadite e maleodoranti di scuole a volte a dir poco fatiscenti riempito di saliva e alito “preadolescenziali”… Che fine triste… Non me la meritavo, mi sono sempre comportato bene cercando di aiutare gli altri e questo è il risultato? Non chiedo molto, ma credo di aver svolto pienamente e sufficientemente a lungo il mio lavoro. Sono stanco e vorrei solo un po’ di sano riposo… Come la chiamate voi? Pensione? Ecco quella! Ho sentito parlare di una certa “Quota 100”… Credo di rientrarci più che in abbondanza! Potete firmare una petizione per me? Prometto che non mi lamenterò più! Grazie mille, il vostro affezionatissimo,

famosissimo e richiestissimo Flauto Dolce.

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