Maria Fontana: la didattica online del Ducale

Le attività culturali proposte da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura sono varie e numerose, e tra queste da molti anni hanno un notevole rilievo quelle dedicate all’education.

L’emergenza epidemiologica da COVID-19 e i relativi provvedimenti restrittivi attuati dal governo hanno avuto come conseguenza inevitabile l’annullamento della maggior parte dei corsi e dei laboratori, tuttavia il Palazzo non si è mai fermato. “Fondamentalmente i Servizi Educativi e Culturali di Palazzo Ducale esistono da quando il palazzo è stato riaperto al pubblico – spiega la responsabile Maria Fontana Amoretti. Io lavoro qui dal ’92. All’epoca il palazzo era un po’ da “inventare”, e ho pensato fosse importante trovare un dialogo con pubblico, soprattutto quello scolastico. Questa è stata la prima “intuizione” che abbiamo avuto, da lì in poi il lavoro sempre si è fatto via via sempre più complesso e più esteso, e abbiamo cominciato a rivolgerci a tutte le fasce di pubblico”.

-Oltre a lei chi sono i membri dello staff dei servizi educativi?

“Vi lavorano stabilmente altre tre persone oltre a me: Stefania Costa, Anna Calcagno e Alessandra Agresta. Ci accomuna un background universitario umanistico e artistico, al contempo però possediamo anche competenze diverse e complementari, che ci permettono di approcciarci ai problemi da più punti di vista. Ci avvaliamo poi del lavoro di decine di collaboratori, che possono essere sia professionisti già accreditati nel loro ambito, sia giovani alle prime esperienze lavorative. Per darvi un’idea della varietà, lavoriamo con artisti, musicisti, attori, storici, scrittori, ma anche matematici, fisici, ingegneri, videomakers, graphic designers, e così via”.

-La vostra offerta spazia in ambiti in apparenza anche molto lontani dall’arte, come la scienza o l’economia.

“Negli ultimi anni abbiamo ampliato moltissimo l’offerta. I nostri eventi non si limitano più ai laboratori di avvicinamento a cicli di incontri o alle mostre, ma stiamo proponendo anche un’education più continuativa, svincolata dai singoli eventi che abbiamo in calendario. Abbiamo per esempio il caso di “Storia in piazza”, festival che quest’anno sarebbe giunto all’11a edizione, all’interno del quale il programma per scuole e famiglie è molto articolato e di qualità straordinaria, non un semplice corollario al programma generale ma un progetto con una sua identità molto precisa. Ci sono lezioni e grandi incontri con personalità di spicco della cultura, workshop e spettacoli dedicati alla storia ma anche alla contemporaneità, in ottica interdisciplinare e partecipativa. L’idea è insomma quella di far appassionare alla storia per vie traverse.

-In questo periodo di emergenza quali delle vostre attività riuscite a portare avanti e con quali modalità?                                                                                                                                                                       

“Occorre dire che in primis questo è un momento di ricerca, un momento che ci consente e al contempo obbliga a studiare per capire meglio cosa sta succedendo e come si sta evolvendo la situazione anche a livello internazionale. Un’iniziativa che stiamo riuscendo a portare avanti grazie all’impegno di insegnanti, bambini e genitori è il progetto intitolato “Ti racconto una favola al telefono”, finanziato da Coop Liguria, in collaborazione con Rivista Andersen e l’Ufficio Scolastico Regionale. Ideato per celebrare il centenario della nascita di Gianni Rodari, autore delle celebri e amatissime “Favole al telefono”, in origine prevedeva un corso di formazione per insegnanti (che abbiamo potuto svolgere solo in parte prima dell’interruzione delle attività), e una parte poi svolta in classe che comprendeva la lettura e la discussione dell’opera, la realizzazione di disegni e la registrazione delle voci narranti dei bambini. I singoli audio corredati dalle illustrazioni sarebbero stati quindi pubblicati su YouTube, e sarebbero state disposte sul territorio delle installazioni con codice QR a cui accedere tramite smartphone. Per non abbandonare del tutto il progetto lo abbiamo convertito in qualcosa di diverso. Riformulare tutto e ricontattare gli insegnanti spiegando loro come agire è stato un lavoro impegnativo, ma abbiamo voluto dare un segnale positivo ai bambini e alle loro famiglie, e far capire che nonostante tutto si continua a lavorare e si possono concludere dei progetti, anche se in modo diverso.Lavoriamo inoltre in collaborazione con l’ufficio scolastico regionale per fornire contributi extracurricolari, come i video di incontri registrati a Palazzo Ducale, e stiamo organizzando sulla piattaforma Teams delle lezioni online per tutte le fasce scolari, alcune live e alcune registrate, tra cui alcune sulla storia di Palazzo Ducale e sulla sua attuale articolazione interna.Stiamo poi collaborando al progetto di Rai Cinema ed Indiana Production per il documentario “Viaggio in Italia” diretto da Gabriele Salvatores, che sarà una ricognizione su come vivono gli italiani ai tempi del coronavirus e verrà realizzata grazie ai contributi diretti degli Italiani tramite testimonianze video girate a casa. Il nostro contributo riguarderà soprattutto il pubblico degli studenti e degli insegnanti”.

-Riuscite facilmente a lavorare e comunicare con gli utenti in modalità telematica? Che problematiche avete riscontrato?                                                                                                                     

“Purtroppo abbiamo dovuto annullare tutte quelle attività che prevedevano necessariamente un contatto umano. Inoltre in ogni caso le attività in remoto perdono sempre in calore e possibilità di scambio. Per fare un esempio un progetto che stavamo organizzando con le scuole infanzia del comune prevedeva la partecipazione di 600 bambini e momenti di coralità molto emozionanti, che non si possono realizzare. Le attività che svolgiamo devono poi avere una durata ridotta, non possiamo svolgere quegli incontri e laboratori che sarebbero durati un intero pomeriggio. Insomma sicuramente le difficoltà ci sono, e sono dovute anche alla necessità di ripensare completamente le attività e avvalerci di mezzi che non avevamo mai utilizzato. Occorre quindi un notevole studio”.

-Quale suggerimento si sentirebbe di dare a tutti, ma in particolare a bambini e ragazzi, su come affrontare questo difficile momento storico che stiamo attraversando?                                     

“Ricordiamoci che ogni momento della nostra vita è importante e non va sprecato. Dobbiamo cercare di dare valore anche alle piccole cose quotidiane che possono regalarci una gioia o arricchire il nostro bagaglio di esperienze”.